È il Castello di Novara, oggi sede espositiva per mostre temporanee, ad accogliere l’excursus nella pittura lombarda dell’Ottocento della Milano. Da romantica a scapigliata, che racconta il passaggio della città all’epoca moderna. La mostra si protrarrà fino al 10 aprile, ed è un’occasione per visitare in giornata la cittadina piemontese, che dista solo un’ora dal capoluogo lombardo, e vanta una lunga storia di dominazioni, che dalla fondazione romana l’hanno vista passare di bandiera dal ducato di Bulgaria in età longobarda al Comitato di Pombia sotto i Franchi, per poi diventare signoria vescovile e aderire alla Lega Lombarda in età comunale. All’inizio del Trecento, Novara passò sotto il dominio visconteo, e il suo castello ne è testimonianza. Ma la città, più di recente, è stata anche teatro di ambiziosi cantieri ottocenteschi, molti riconducibili alla figura di Alessandro Antonelli, che alla guida di un gruppo di urbanisti e architetti dotò il centro di Novara dell’aspetto elegante che ha oggi. Dunque tra musei, teatri e architetture monumentali si svolge l’itinerario alla scoperta della città, che si apre anche al circostante Parco del Ticino.
Livia Montagnoli
L’ITINERARIO NEL CENTRO DI NOVARA
Se la cupola della Mole di Torino è celebre in tutto il mondo, meno conosciuta è l’opera che Alessandro Antonelli realizza a Novara per la cinquecentesca Basilica di San Gaudenzio, su commissione della Fabbrica Lapidea. Nel 1840, Antonelli riceve l’incarico di progettare una cupola-torre, completata solo nel 1878: realizzata completamente in mattoni, è ancora oggi la cupola più alta d’Europa. Solo in seguito l’architetto si dedicherà al progetto torinese. Tra dipinti cinquecenteschi e decorazioni barocche, si visita anche l’interno della basilica, che custodisce le spoglie del patrono della città. Ma ad Antonelli si deve anche il monumentale quadriportico che introduce al Duomo di Santa Maria Assunta e al suo Battistero: il primo, più volte ricostruito sulle fondamenta di una basilica paleocristiana, ha l’aspetto che assunse durante il grande cantiere di metà Ottocento, pur conservando alcuni stralci della fase romanica; ma è il Battistero, questo sì ancora ascrivibile alla fase paleocristiana (V secolo), a stupire per la qualità degli affreschi che decorano le pareti, con Scene dell’Apocalisse (XI secolo) e Giudizio Universale (XV secolo). L’origine romana della città (fu Giulio Cesare a farne un municipium) si apprezza invece nel Parco del Castello (o dell’Allea, piacevole polmone verde della città), dove si conservano alcuni tratti delle mura del I secolo a.C., che si notano anche in piazza Cavour, e nei pressi del cosiddetto Angolo delle Ore, dove si incontravano il cardo e il decumano, e oggi si apprezza un breve tratto dell’antico basolato protetto da una teca in vetro. Malgrado gli estesi lavori di riprogettazione ottocentesca, la stratificazione urbanistica di Novara salta all’occhio passeggiando sotto al porticato di piazza delle Erbe, al cospetto del cinquecentesco Palazzo Natta Isola, oggi sede amministrativa, imbattendosi nella gotica Casa della Porta. Mentre al fervore ottocentesco sono da riferirsi i Bastioni della Barriera Albertina che sbarravano l’ingresso alla città a chi veniva da Vercelli, il Teatro Coccia inaugurato nel 1888 sulle ceneri del vecchio edificio, con il suo porticato in granito rosa di Baveno, Casa Bossi nel suo rifacimento neoclassico, sempre legato all’Antonelli.
IL CASTELLO DI NOVARA
Fondato nel 1272, il castello di Novara è il risultato della fortificazione di Palazzo Tettoni, trasformato in fortezza vera e propria nel XIV secolo per iniziativa dei Visconti, e poi rimaneggiato durante la signoria degli Sforza. Dalla dominazione napoleonica al 1973, il complesso sarà trasformato in una struttura carceraria, e solo dopo un lungo restauro acquisirà la funzione attuale, polo culturale atto a ospitare eventi e mostre. Nella Rocchetta – dov’è conservata una copia della maschera funeraria di Cavour – si visita l’esposizione permanente Expo Risorgimento.
https://www.ilcastellodinovara.it/
I MUSEI DELLA CANONICA DEL DUOMO
Si accede al quattrocentesco chiostro della Canonica da piazza della Repubblica. Qui, sotto al quadriportico che corre attorno all’area verde centrale, sono conservati i reperti archeologici di epoca romana rinvenuti nel territorio novarese. All’interno dell’edificio, fatto costruire nel IX secolo dal vescovo Adalgisio, si trova il museo che invita a ripercorrere la storia della cattedrale della città, ma accoglie anche un’ulteriore sezione archeologica, tra cippi ed epigrafi di epoca celtica e romana (provenienti dal nucleo ottocentesco del Museo Lapidario). Di grande interesse sono le statue dell’antico battistero romanico, le collezioni numismatiche del capitolo della cattedrale, gli arredi sacri del XV secolo e gli antichi codici miniati con i testi liturgici.
http://www.novaria.org/museo-della-canonica-del-duomo/
LA GALLERIA D’ARTE MODERNA GIANNONI AL BROLETTO
A lungo fulcro dell’urbanistica cittadina, il complesso del Broletto nacque tra XVI e XVIII secolo dalla fusione architettonica di quattro edifici preesistenti (Palazzo dell’Arengo, Palazzetto dei Paratici, Palazzo del Podestà e Palazzo della Referenderia, gli ultimi due quasi interamente ricostruiti durante il restauro degli Anni Trenta che diede all’insieme un’unità stilistica e decorativa). Nel 2011 l’apertura della Galleria d’Arte Moderna Alfredo Giannoni ha dato una sistemazione alle opere conservate nelle collezioni artistiche cittadine, fino a quel momento rimaste precluse al pubblico. Ma solo nel 2021 un più efficace allestimento ha consentito alla raccolta di acquistare una fisionomia degna del valore del patrimonio civico. Oggi il percorso di visita si articola per temi iconografici nell’arco temporale compreso tra il 1860 e il 1940, a partire dalla collezione riunita da Alfredo Giannoni, concentrata sugli esiti della pittura italiana nel passaggio tra XIX e XX secolo. Nucleo importante è costituito dalle opere di Plinio Nomellini e Cesare Vinzio. Periodicamente la sala dell’Arengo ospita mostre temporanee.
https://www.galleriagiannoni.it/
TRA MULINI E ROGGE NEL PARCO DEL TICINO
A circa trenta minuti di auto dalla città in direzione nord, il Mulino Vecchio di Bellinzago è una suggestiva porta di accesso all’esplorazione dell’ecosistema del Parco Naturale della Valle del Ticino, che il Piemonte condivide con la Lombardia. Sorto nel Cinquecento sulle acque della roggia Molinara (opera finanziata dagli Sforza), fu poi più volte rivenduto, fino all’acquisizione da parte di una famiglia di mugnai nel 1925. Dal 1985 è gestito dal Parco, che ne ha valorizzato i meccanismi, ancora perfettamente funzionanti, per la macinazione a pietra e la produzione di farina, che permettono di risalire all’importanza strategica del sistema di rogge per questa vasta porzione di pianura agricola. Oggi il mulino di Bellinzago è l’unico rimasto in funzione dei numerosi mulini ad acqua presenti nella Valle del Ticino; l’area, con i suoi 332mila ettari di territorio tutelato, è il più grande parco fluviale d’Europa, e offre 750 chilometri di piste ciclabili e sentieri pedonali. E in bici si può anche partire dalla città per raggiungere, passando per il mulino, la ciclabile dell’Alzaia del Naviglio Grande e il ponte sul Ticino di Galliate, fino al santuario del Varallino: un percorso di cinquanta chilometri per godere a pieno delle peculiarità del parco, tra risorgive, testimonianze di archeologia industriale (come la Centrale Idroelettrica Orlandi), edifici storici, dal Castello Visconteo di Galliate a Villa Picchetta.
https://www.parcoticinolagomaggiore.com/
DOVE MANGIARE A NOVARA E DINTORNI
A Novara, Antonino Cannavacciuolo ha debuttato diversi anni fa con la formula caffè e bistrot (oggi anche a Torino) negli spazi del Teatro Coccia. Un progetto riuscito, pensato per svilupparsi nell’arco dell’intera giornata, sostenuto dalla qualità della pasticceria e dalla piacevolezza di un menu che si articola tra degustazioni più o meno sperimentali, non necessariamente legate al territorio.
Opificio è invece frutto della ristrutturazione di uno spazio industriale, un’ex cereria alla prima periferia cittadina, che è oggi un ristorante a conduzione giovane, anch’esso concentrato su una cucina creativa, stagionale, attenta sotto la mano di Laura Angelina e Alessio Ghiringhelli.
A Bellinzago, in prossimità del vecchio mulino, l’Osteria San Giulio si scopre all’interno dell’antica badia di Dulzago, e propone i piatti tipici della cucina novarese, tra salame della Duja, polentina con fonduta, cotechino, paniscia e oca sotto grasso con verze stufate.
https://www.cannavacciuolobistrot.it/
http://www.opificionovara.it/
https://www.osteriasangiulio.it/
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