Dal 21 al 26 marzo Varese ospita la settima edizione della sua Design Week, in nome di una “green revolution” che prende forma nel primo giorno di primavera. La manifestazione avrà luogo tra lo Spazio VareseVive e Villa Toeplitz, trovando spazio anche in città con quattro installazioni in piazza Monte Grappa, piazza Podestà e piazza San Vittore e nel cortile del Museo Civico del Castello di Masnago. Venticinque sono gli incontri in programma, con il coinvolgimento di ospiti italiani e internazionali, tra tavole rotonde, proiezioni, visite sul territorio, mostre come il focus Evergreen, sul design degli Anni Cinquanta e Sessanta. Un’occasione per scoprire la cittadina lombarda ribattezzata città-giardino (ma anche “piccola Versailles”, come Leopardi definì Palazzo Estense e il suo parco), che negli ultimi anni, accanto alla sua storia secolare, ha riscoperto una vocazione per l’arte contemporanea, attraverso gli esempi illuminati di Villa Panza e Fondazione Morandini. Qui qualche spunto per visitarla.
Livia Montagnoli
I GIARDINI DI VARESE
L’appellativo di città-giardino si deve alla ricchezza di parchi, ville storiche e boschi che si scoprono tra Varese e i suoi immediati dintorni. I sette parchi storici della città – i Giardini Estensi con villa Mirabello, Villa Toeplitz, Villa Augusta, Villa Baragiola, il parco Mantegazza al castello di Masnago, Villa Torelli Mylius e parco Zanzi – si estendono per ottocentomila metri quadri complessivi. Il Palazzo Estense fu costruito nella seconda metà del XVIII secolo per divenire dimora di Francesco III d’Este, restaurando la Villa di Tommaso Orrigoni, e fu da subito concepito come una residenza sfarzosa, che non poteva prescindere da uno splendido giardino, animato da viali, aiuole e da una grande vasca circolare (in estate è scenario dello spettacolo Suoni e luci). Progettati a imitazione dei giardini viennesi di Schônbrunn e completati nel 1787, i Giardini Estensi comunicano con il parco all’inglese di Villa Mirabello (oggi sede del museo preistorico-archeologico, da visitare in abbinata con l’Isolino Virginia, il più antico sito palafitticolo alpino, sul lago di Varese), dove si passeggia tra piante secolari, tra cui un maestoso cedro del Libano. Anche il Parco di Villa Augusta, non distante dal centro, ospita cedri e faggi purpurei, oltre a una grande sughera che si è adattata al microclima locale. Al Settecento risale pure Villa Torelli Mylius, in origine di proprietà dei Padri Gesuiti, con funzioni agricole: fu Giorgio Mylius a sviluppare il parco in forma di giardino paesaggistico all’inizio del Novecento. Ai piedi del Sacro Monte si raggiunge invece Villa Toeplitz, dal nome del banchiere (finanziatore dell’autostrada Milano-Laghi) che acquistò la villa nel 1914. Fu lui ad affidare la progettazione del parco allo studio parigino L. Collin – A. Adam & C, mentre al varesino Rinaldo Frattini si devono gli accorgimenti che creano suggestivi giochi d’acqua.
Il parco è in stile eclettico, con un Belvedere con balaustra in cima al colle e diversi esempi di architetture vegetali simmetriche all’italiana. Ai giardini dell’imperatore del Kashmir si ispirano invece le suggestioni islamiche, tra canali e fontane a raso, rivestite di piastrelle azzurre.
VILLA PANZA E L’ARTE AMERICANA DEL NOVECENTO
Tra le ville storiche del quartiere di Biumo, poco fuori dal centro città, la settecentesca Villa Panza è dal 1996 proprietà del Fondo Ambiente Italiano. Già Villa Menafoglio Litta, deve il suo nome alla famiglia Panza, che la acquista nel 1935. La collezione d’arte, però, si origina poco dopo la metà del secolo, grazie a Giuseppe Panza e a sua moglie, collezionisti vicini alla scena americana: in continuo rapporto con New York, dove frequentano curatori e artisti, tra il 1956 e il 2000 collezionano circa 2500 lavori (di cui 350 oggi nelle collezioni del Guggenheim di New York), dall’arte minimalista alle sculture modulari con luci al neon di Dan Flavin agli interventi site specific di James Turrell e Robert Irwin, fino all’interesse degli ultimi anni per le opere d’arte africana e primitiva. Alla fine del 2022 la collezione si è arricchita di un centinaio di opere donate al FAI dagli eredi di Giuseppe Panza, protagoniste della mostra Ex Natura. Opere degli artisti della Collezione Panza (1982 – 2003). Ma la villa, che vanta percorsi accessibili per persone sorde o affette da disabilità intellettive, è celebre anche per i suoi giardini all’italiana, circondata da 33mila metri quadrati di parco che rivela opere di Land Art. In alcuni ambienti affacciati sul giardino trova spazio il ristorante Luce.
https://fondoambiente.it/luoghi/villa-e-collezione-panza
LA FONDAZIONE MORANDINI A VILLA ZANOTTI
L’artista e designer Marcello Morandini (Mantova, 1940) ha creato la fondazione omonima nel 2016, con l’idea di dare una dimora alle opere d’arte, di design e ai progetti di architettura prodotti nella sua lunga carriera, oltre a promuovere l’arte concreta – di cui è tra i maggiori rappresentanti in Europa – e costruttivista a livello internazionale attraverso programmi espositivi, conferenze e pubblicazioni. Nel 2021 il progetto ha trovato spazio a Villa Zanotti, edificio degli Anni Trenta nel centro di Varese, restaurato per l’occasione da Corrado Tagliabue e oggi sede dello studio-archivio dell’artista, che affianca gli spazi espositivi aperti al pubblico. Tutt’intorno, un parco con alberi secolari e piante esotiche, che rimanda alla memoria della città-giardino fiorita nel periodo Liberty. Fino al 16 aprile, il museo della Fondazione ospita la mostra Colours in a Square, opere dalla collezione di Marli-Hopper Ritter, concentrata sulla produzione geometrico-astratta del XX e XXI secolo.
https://www.fondazionemarcellomorandini.com/
IL MUSEO CIVICO CASTELLO DI MASNAGO
Nel circuito dei Musei Civici, è il castello di Masnago ad accogliere la collezione di arte moderna e contemporanea della città. Edificio di fondazione medievale, con aggiunte quattrocentesche (al XV secolo risale il ciclo di affreschi riconducibile al Gotico internazionale) e seicentesche, è circondato da un parco cittadino che si connota per la grande varietà di specie vegetali. Il museo ospita opere di pittura, scultura e grafica, frutto di importanti lasciti, offrendo un percorso che spazia dal XVI al XX secolo, con particolare riferimento all’area di produzione lombarda, da Morazzone ad Hayez (suo è il dipinto emblema della collezione, Tamar di Giuda, del 1847), Pellizza da Volpedo ed Enrico Baj (cui è dedicato un ampio focus). Fino al 26 marzo il Castello accoglie la mostra Tesori Nascosti opere d’arte restituite alle comunità del Varesotto, esponendo lavori provenienti dal territorio restaurati grazie al contributo di Fondazione Comunitaria del Varesotto, tra dipinti, sculture, stendardi, reliquiari, crocifissi e alcuni reperti paleontologici.
L’ECLETTISMO DI LODOVICO POGLIAGHI AL SACRO MONTE
Riapre al pubblico il 18 marzo il museo allestito nella casa-studio di Lodovico Pogliaghi, scomparso nel 1950, che accoglie la raccolta di oltre 1500 opere d’arte e 580 reperti archeologici collezionati dallo scultore, assiduo frequentatore di mercati antiquari. All’artista si deve il portale centrale del Duomo di Milano, dedicato alla Vergine Maria, di cui il museo conserva uno spettacolare modello in gesso. Nell’esedra progettata dallo stesso Pogliaghi in stile classico (l’ispirazione per la cupola è il Pantheon), invece, è raccolta la ricca collezione archeologica di marmi. Ma la fascinazione per l’architettura classica dello scultore si riverbera anche nel giardino che circonda la villa, raggiungibile al termine del viale della Cappelle del Sacro Monte di Varese: poco oltre l’ingresso, un colonnato con la scultura di Prometeo accoglie i visitatori, preannunciando l’eclettismo che ha contraddistinto la carriera dell’artista. Nella Loggetta del Lazzaretto (con le colonne di recupero del lazzaretto di Milano demolito alla fine dell’Ottocento), per esempio, Pogliaghi sistemò una serie di formelle in terracotta di origine rinascimentale; sulla terrazza con vista sul lago di Varese, invece, sta il bozzetto in bronzo del braciere commissionato all’artista per la tomba di Canova a Possagno, in occasione del centenario della sua morte. Curiosando tra le sale, invece, si spazia tra reperti egizi e mirabilia, come la preziosa lastra di alabastro donata del terzultimo scià di Persia, per il quale Pogliaghi aveva realizzato il progetto di un bagno turco. Una vera Wunderkammer da scoprire, anche approfittando del ricco programma di visite guidate e iniziative collaterali.
http://www.casamuseopogliaghi.it/
IL SACRO MONTE DI VARESE
Due chilometri scanditi da quattordici cappelle dedicate ai misteri del Rosario conducono, lungo la Via Sacra, al Santuario del Sacro Monte di Varese, sulla collina alle spalle della città.
Il sito è Patrimonio Unesco dal 2003 e circondato dal borgo di Santa Maria del Monte (dove visitare il Museo Pogliaghi e il Museo Baroffio, con sculture romaniche, codici miniati e dipinti donati al Santuario dal barone Giuseppe Baroffio). Parte dei nove Sacri Monti prealpini, il santuario fu eretto nel XVII secolo, per favorire il processo di evangelizzazione popolare dopo il periodo di difficoltà della Chiesa. A stupire è la ricchezza degli apparati artistici e decorativi: nelle cappelle, progettate dall’architetto Giuseppe Bernascone, lavorarono i più grandi scultori e pittori attivi sul territorio nel Seicento, da Prestinari a Morazzone a Lampugnani e Ghisolfi. Nel Santuario di Santa Maria, di cui si visita anche la cripta memoria dell’edificio altomedievale, si riconoscono una fase di costruzione di età carolingia, una chiesa romanica e il più radicale intervento del secondo Quattrocento. L’apparato decorativo, però, risale all’ambiziosa operazione del XVII secolo, con affreschi di Giovan Mauro della Rovere, Giovanni Paolo Ghianda, Salvatore Bianchi e dei Lampugnani, inquadrati da stucchi barocchi. Al Sacro Monte si sale anche con la funicolare aperta nel 1909, ripristinata di recente.
http://www.sacromontedivarese.it/
IL MUSEO TATTILE DI VILLA BARAGIOLA
Osservare il mondo con le mani è il motto del Museo Tattile di Villa Baragiola, che riunisce una raccolta di modelli tattili in legno unica in Europa. Il percorso museale è un modo per permettere alle persone che non ci vedono di conoscere attraverso le mani quello che gli altri conoscono con gli occhi, ma anche un’opportunità di comprensione “alternativa” del mondo, dell’arte e del design per tutti coloro che ci vedono, che possono effettuare la visita bendati. Oltre ai modelli, il museo ospita percorsi e installazioni multisensoriali, per verificare come i sensi parlino un linguaggio speciale, e organizza laboratori per le scuole. Visita solo su prenotazione.
http://www.museotattilevarese.it/
MAP. IL MUSEO ARTE PLASTICA DI CASTIGLIONE OLONA
Nato nel 2004 all’interno del trecentesco Palazzo dei Castiglioni di Monteruzzo, il museo è frutto dell’interesse di Lodovico Castiglioni e di Franco Mazzucchelli per le materie plastiche e per le loro potenzialità estetiche. La collezione annovera oltre cinquanta opere degli Anni Sessanta, che raccontano la storia di Polimero Arte, centro di sperimentazione artistica avviato tra il 1969 e il 1973, che ha portato a una collaborazione tra artisti come Filippo Avalle, Hilda Reich, Carla Accardi, Enrico Baj, Giuliana Balice, Sante Monachesi, Bruno Romeda, Guido Strazza e Kumi Sugai e i tecnici della Mazzucchelli Celluloide, la fabbrica più importante d’Italia per la lavorazione del materiale plastico.
Al nucleo originario si aggiunsero in seguito nuove opere di Vittore Frattini, Carlo Giuliano, Maria Teresa Illuminato, Marcello Morandini, Ornella Piluso e Giorgio Vicentini, ma anche lavori di Giacomo Balla e di Man Ray. Per una galleria d’arte contemporanea sui generis inserita negli spazi di un edificio antico. La biglietteria è presso il Museo Civico Branda Castiglioni (nella dimora del Cardinale Branda Castiglioni, per il quale, nel 1435, lavorò anche Masolino, con il paesaggio affrescato nello studiolo).
DOVE MANGIARE A VARESE E DINTORNI
Nella tranquillità di Villa Panza, Luce è una tavola raffinata, concertata da Matteo Pisciotta e Andrea Piantanida. La cucina può disporre dell’orto e del frutteto della villa e lavora su classici della cultura gastronomica italiana (tra risotti, pietanze di terra e mare, dessert al cucchiaio), però giocando sulla creatività e con i prodotti locali.
A mezz’ora dalla città, vale il viaggio destinazione Fagnano Olona il ristorante Acquerello, “nuova cucina italiana” (che si apre a Francia, Corea e Giappone) alla maniera di Silvio Salmoiraghi e Choi Cheolhyeok.
Tornati in città, Limbosco è uno spazio giovane e piacevole (ci si accomoda anche in serra, allestita con grazia), bistrot che collabora con i piccoli produttori locali e riserva grande attenzione alla selezione dei vini.
https://ristoranteluce.it/
https://www.ristoranteacquerello.com/
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