C’è un anno saliente nella storia di Noto: il 1693. Data (ri)fondativa della città della Sicilia Orientale, situata ai piedi dei Monti Iblei, quando si fu costretti a ricostruire l’abitato altrove, otto chilometri più a valle del precedente, raso al suolo da un disastroso terremoto, che cancellò la memoria di secoli di avvicendamenti al potere e dominazioni culturali.
Oggi Noto è meta di turismo estivo, ma non solo, proprio per la qualità di quel piano di ricostruzione, che coinvolse numerosi architetti di rilievo del tempo, da Rosario Gagliardi a Vincenzo Sinatra, a coordinare maestranze abili e competenti nella lavorazione della pietra di Siracusa, roccia calcarea in grado di assumere suggestive sfumature dorate. Finanziati dalla nobiltà locale e dagli ordini monastici, i cantieri pubblici e privati si moltiplicarono: ne risultò un compatto tessuto tardo barocco, che dal 2002 è riconosciuto nella lista del patrimonio tutelato dall’Unesco, “per le innovazioni distintive nell’urbanistica e nell’edilizia urbana”.
Città d’arte, Noto continua ad alimentare la sua fama, proponendosi come centro culturale capace di guardare anche ai linguaggi contemporanei. Al Museo Diocesano di Palazzo Landolina, quindici artisti contemporanei si confrontano con un quadro del XVII secolo – il San Gerolamo di Mattia Preti, proveniente dagli archivi della Curia di Noto – riflettendo sul rapporto tra arte e religione, veicolato dall’elemento della luce. FIAT LUX, titolo della mostra curata da Aldo Premoli, si visita fino al 30 maggio ed è inserita nel percorso del Museo Diffuso nelle chiese di Noto. Un’opportunità per scoprire la cittadina e i suoi dintorni, prima dell’inizio della stagione balneare.
Livia Montagnoli
L’ITINERARIO NEL CENTRO DI NOTO
Monumentale è l’accesso al centro della città, dalla Porta Reale disegnata nel XIX come un arco di trionfo, in occasione della visita di Ferdinando II, Re delle Due Sicilie, a Noto. Ci si immette così su corso Vittorio Emanuele, asse dell’impianto urbanistico della “nuova” Noto, scandito da tre grandi piazze, che conquistano il proprio spazio inframezzando l’infilata di edifici barocchi. Sulle piazze affacciano altrettante chiese: quella dedicata a San Francesco, costruita su progetto dell’architetto Vincenzo Sinatra, è preceduta da una scenografica scalinata; la chiesa di Santa Chiara, invece, si caratterizza per la pianta ellittica e la ricca decorazione in stucco all’interno. In piazza del Municipio si raggiunge la Basilica Cattedrale di San Niccolò, con la facciata fiancheggiata da due torri campanarie: nel 1996 l’edificio è stato funestato dal crollo della cupola, dovuto a reiterati rimaneggiamenti strutturali; solo nel 2007 il duomo, sottoposto a un lungo restauro, è stato riaperto al pubblico. E moderna è la decorazione ad affresco della cupola, realizzata dal pittore russo Oleg Supereko.
Dirimpetto alla cattedrale si trova Palazzo Ducezio, sede del municipio, accessibile su prenotazione per la visita alla Sala degli Specchi. Tra gli edifici di culto merita una visita anche la chiesa di San Domenico, con la facciata convessa scandita da due ordini di colonne.
La chiesa di Montevergine, invece, chiude scenograficamente via Nicolaci. E mirabile esempio di progettazione architettonica è anche il Teatro Tina Di Lorenzo (così ribattezzato nel 2012 dopo la scomparsa dell’attrice), che porta la firma dell’ingegnere Francesco Sortino: per modulare gli interni, nel XIX secolo, l’ispirazione venne dal Teatro San Carlo di Napoli, seppur in dimensioni ridotte, con i quattro ordini di palchi e i soffitti affrescati.
Un tour a piedi della città può comprendere anche il quartiere Agliastrello, o quartiere arabo, nella zona alta di Noto, tra scalinate e vicoli stretti, fiancheggiati da edifici poco sfarzosi, a testimoniare il carattere popolare di questa zona.
IL BAROCCO DI PALAZZO NICOLACI
In via Nicolaci, dove ogni anno si ripete il rito dell’Infiorata, sorge uno dei più celebri palazzi barocchi (concluso nel 1765) della città, riconoscibile dalla sequenza di balconi sorretti da ricchi mensoloni in pietra con figure grottesche, tra figure di uomini con la barba, sirene e leoni alati. Gli interni, recuperati e aperti al pubblico, propongono arredi ottocenteschi (non il mobilio originale, ma pezzi reperiti in giro per l’Europa per rispecchiare lo stile dell’epoca) e soffitti affrescati (come quello dal Salone delle Feste), restituendo un’idea dello sfarzo della famiglia di mercanti che grazie alle ricchezze accumulate con il monopolio dei commerci delle tonnare di Marzamemi acquisì un titolo nobiliare (Principi di Villadorata) alla metà del XVIII secolo. Un’ala del Palazzo ospita la Biblioteca Comunale, oltre a una galleria di ritratti di uomini illustri di Noto, frutto di una donazione. Dall’inizio di aprile, nelle ex scuderie ha preso forma il progetto gastronomico della chef Viviana Varese, Viva il Bistrò, in collaborazione con la galleria Spazio Noto.
IL MUSEO CIVICO DI NOTO
Il Museo civico di Noto ha sede nel Monastero di Santa Chiara ed è organizzato in due sezioni. La collezione medievale annovera reperti provenienti dall’area del Castello e della Chiesa di San Michele a Noto Antica, insieme ad alcune armi e stemmi nobiliari. Supporti multimediali permettono inoltre di approfondire la storia del centro abitato distrutto dal sisma del 1693. Ma il complesso ospita anche la Galleria Elvira Pirrone Resso, mostra permanente di dipinti e sculture dell’artista siciliano Giuseppe Pirrone, inaugurata nel 2003. Le opere esposte sono frutto di una donazione dello stesso scultore vissuto a Noto negli anni dell’adolescenza fino al 1929, quando si trasferì a Roma.
IL MUSEO DEL MARE DI CALABERNARDO
Calabernardo, frazione balneare di Noto, è stata nodo strategico per le rotte navali del mondo antico. Nella vecchia caserma della Guardia di Finanza, fino a tutti gli Anni Settanta posto di avvistamento per il contrasto al traffico di sigarette proveniente dalle coste del Nord Africa, oggi sorge il museo che racconta il rapporto tra l’uomo e il mare, con un percorso didattico che mostra l’evoluzione dei metodi di pesca fino ai tempi moderni, come pure della lavorazione del pesce, partendo dall’antico garum, e l’evoluzione delle abitudini alimentari attraverso riproduzioni, sale multimediali e l’esposizione di reperti archeologici.
Lo spazio è anche sede di mostre temporanee.
IL PARCO DELL’ANIMA NELLA CAMPAGNA DI NOTO
Nato nel 2020 dall’idea di Alessia Montani, collezionista e fondatrice di M’ama SEEds, startup che si occupa della valorizzazione delle colture, con lo scopo di riunire tutta la filiera di coloro che lavorano per la tutela degli antichi semi, il Parco dell’anima si raggiunge nella campagna di Noto, presso il resort Zahir Countryhouse, circa 50 ettari di campagna mediterranea con antichi agrumeti, alberi di ulivo e carrubi. Progettato dall’architetto Fernando Miglietta, si presenta come un’oasi agro-culturale in cui natura e artificio convivono armoniosamente, museo en plein air, dove artisti, creativi e innovatori sono chiamati a far riflettere, con le loro opere e installazioni, sull’importanza di recuperare le antiche colture e culture italiane e del Mediterraneo. L’intento del Parco dell’anima è quello di promuovere un‘immagine dell’agricoltura che sia al contempo sostenibile – attraverso la conservazione della biodiversità e il recupero degli antichi semi autoctoni – e multidisciplinare – attraverso inedite contaminazioni del mondo agricolo con quello dell’arte, della moda, della scienza, delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale. Non a caso la prima opera realizzata, simbolo del Parco, è il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, qui impegnato con il Russello, antica varietà di grano siciliano. Ma qui tutti gli artisti contribuiscono alla causa con opere site specific (temporanee o permanenti) e performance sull’ambiente.
https://zahircountryhouse.it/parco-dellanima/
NOTO PHOTOLOGY AIR
Photology AIR (Art In Ruins) è un parco per l’arte contemporanea ospitato nei trenta ettari di Tenuta Busulmone, a pochi chilometri da Noto, e inaugurato nel 2018, promosso da Photology, galleria specializzata in fotografia fondata nel 1992 a Milano da Davide Faccioli che, nel corso degli anni, ha cambiato sedi, forma, progettualità, città su cui investire (ora a Bologna e in Uruguay). Traendo inspirazione dal tema delle “rovine” come sinonimo di modernizzazione, mostre ed eventi sono allestiti negli spazi restaurati senza copertura di un convento ottocentesco e lungo percorsi outdoor in varie zone della tenuta. Dopo la cancellazione forzata del progetto biennale per l’edizione 2020-2022, a causa della pandemia, il prossimo evento avrà luogo nell’estate 2023, sempre con il coinvolgimento di artisti internazionali, per l’allestimento di mostre composte da installazioni, opere fotografiche e interventi site specific, tra arte, cinema, territorio, cultura ecosostenibile e tradizione agroalimentare siciliana.
LA RISERVA DI VENDICARI
Sulla strada che da Noto conduce a Pachino si incontra la Riserva Naturale di Vendicari, area protetta dal 1984 e oasi avicola prediletta dagli uccelli migratori, tra aironi, cavalieri d’Italia, cicogne. Il profumo, a ridosso della costa, è quello della macchia mediterranea fatta di finocchio di mare, rosmarino, mirto, ginestre, che coesistono con oleandri e gelsi. Camminando nel parco si incontrano conigli, volpi, piccoli animali del sottobosco. E proprio la ricchezza faunistica e botanica del territorio ha fatto dell’area oggetto di studio e interesse da parte delle Università di Catania e di Messina. Ma la Riserva custodisce anche testimonianze storiche come la Torre sveva di Vendicari, edificata tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento, in epoca aragonese. E poi la tonnara, ancora in attività all’inizio del Novecento, di cui restano alcune strutture restaurate (resti di un’antica tonnara si rintracciano anche ad Avola, poco più a nord sulla costa): in passato, la struttura beneficiò dei pantani caratteristici dell’area, un tempo adibiti a saline per l’estrazione del sale necessario alla conservazione del pesce. Da qui, la vista spazia sulla spiaggia di Vendicari. Mentre poco oltre la riserva, a sud verso Cittadella dei Maccari, sopravvivono rovine di epoca bizantina, come la basilica di Trigona. Il sito della Riserva fornisce itinerari consigliati e suggerimenti sull’accessibilità e l’ospitalità.
https://www.riserva-vendicari.it/
DOVE MANGIARE A NOTO E DINTORNI
Il pasticcere Corrado Assenza, oggi affiancato dal figlio che ha seguito le sue orme, è l’anima del Caffè Sicilia, ritrovo senza tempo affacciato su corso Vittorio Emanuele, manifesto di sicilianità e visione di pasticceria contemporanea. Questo non significa sacrificare i fondamentali – dalla granita alla cassata – e anzi è uno stimolo per valorizzarne l’essenza, nell’imprescindibile relazione che li lega al territorio, alle sue materie prime, a chi le produce. Accanto a una presenza storica, segnaliamo l’ultima novità sulla scena gastronomica di Noto, Viva il Bistrò, tavola informale che porta la firma di Viviana Varese e del suo team, all’interno dello storico Palazzo Nicolaci (la cucina della chef, però in chiave più creativa, si sperimenta anche al W Villadorata Country Restaurant dell’omonimo resort in contrada Portelle).
Sempre in città, vale sempre una visita il ristorante Crocifisso dello chef Marco Baglieri.
https://www.caffesicilia.it/
https://ristorantecrocifisso.it/
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