Ancora una volta, Domodossola accoglie la rassegna Di-Se. Disegnare il territorio, festival dell’illustrazione contemporanea che beneficia dell’atmosfera di una cittadina di provincia fuori dalle principali rotte turistiche, però in grado, negli ultimi anni, di rilanciarsi come “Borgo della Cultura”, valorizzando il suo nucleo più antico attraverso un ambizioso intervento di riqualificazione architettonica. Afferente alla provincia di Verbania, Domodossola è una città di fondovalle (quella scavata dal fiume Toce) che si incontra alle spalle del Lago Maggiore, capoluogo della Valle Ossola e punto di partenza ideale per l’esplorazione delle valli di montagna – sette in totale – che conducono verso destinazioni a forte vocazione turistica, dal Monte Rosa a Santa Maria Maggiore (in Val Vigezzo). Ma è innanzitutto una terra di confine, abitata sin da tempi antichissimi e soggetta nei secoli a svariate dominazioni, che hanno forgiato un’identità culturale composita e lasciato svariate tracce sul territorio. Nella sua storia più recente si ricorda la Resistenza all’occupazione nazista, durante la Seconda Guerra Mondiale, quando Domodossola fu il centro di una zona libera che si autogovernò con strutture democratiche (Repubblica dell’Ossola ‒ settembre/ottobre 1944). Ma anche, all’inizio del XX secolo, l’apertura del traforo ferroviario del Sempione (1906), che nella seconda metà del Novecento ha determinato il consolidarsi di un’economia industriale, a scapito degli investimenti sul turismo. Considerata troppo a lungo solo una tappa di passaggio prima di raggiungere altre destinazioni di villeggiatura, negli ultimi decenni Domodossola ha rivendicato il suo ruolo culturale e oggi vale il viaggio per scoprire l’offerta di musei e spazi storici della città, oltre che i punti d’interesse artistici e paesaggistici nei dintorni. La terza edizione del festival dell’illustrazione, che si protrarrà fino all’inizio di luglio negli spazi del Collegio Mellerio Rosmini e con una serie di eventi collaterali in città, è l’occasione giusta per suggerirvi un itinerario di visita.
Livia Montagnoli
L’ITINERARIO NEL CENTRO DI DOMODOSSOLA
Il progetto di riqualificazione del nucleo medievale, che ha portato all’inizio degli Anni Duemila alla creazione del Borgo della Cultura, ha ridisegnato il centro storico valorizzando quel che resta del sistema murario trecentesco (dal caratteristico perimetro pentagonale) e i palazzi più importanti dell’epoca, pedonalizzando gran parte dell’abitato entro le mura, che oggi si esplora con una piacevole passeggiata. Cominciando da Piazza Mercato, circondata da portici quattrocenteschi e palazzi movimentati da logge e balconate; da qui parte Via Briona, antica strada dei mercanti, da percorrere con lo sguardo all’insù, per cogliere il lavoro di cesello dei balconi, sostenuti da cariatidi. Risale invece alla fine del Settecento la Collegiata intitolata ai santi Gervasio e Protasio, edificata sulle rovine di una chiesa del XV secolo (da cui deriva il portico in serpentino). Mentre poco fuori dal centro si raggiunge la Chiesa di San Quirico, sul versante sud del Colle di Mattarella, risalente all’XI secolo, tra le più antiche della Val d’Ossola: caratteristico l’impianto architettonico riconducibile a modelli longobardi, all’interno conserva affreschi absidali del XIV e XV secolo.
I MUSEI CIVICI A PALAZZO SAN FRANCESCO
Il più importante polo museale cittadino ha trovato casa a Palazzo San Francesco in via definitiva nell’estate 2021, grazie al restauro dell’edificio situato nel cuore del Borgo della Cultura. Prima di allora le collezioni civiche erano distribuite tra lo stesso Palazzo San Francesco (che nel Medioevo fu una chiesa francescana) e Palazzo Silva. Parallelamente al recupero del palazzo, si è provveduto a un riallestimento museografico che si è protratto per anni, e oggi il percorso si articola su tre piani, consentendo di passare dal Museo di Scienze Naturali alla Pinacoteca, alla sezione archeologica e all’arte sacra. Uno spazio è dedicato alla collezione grafica, mentre al pian terreno la chiesa duecentesca è destinata a mostre temporanee. La visita consente anche di apprezzare gli affreschi realizzati nel palazzo tra XV e XVII secolo, rinvenuti durante le operazioni di restauro.
LA COLLEZIONE POSCIO A CASA DE RODIS
Nel palazzetto di origini medievali affacciato su Piazza del Mercato, dopo un restauro che ha recuperato le preesistenze architettoniche, impostando però un allestimento moderno e funzionale degli spazi, è oggi custodita la Collezione Poscio, costituita da Alessandro e Paola Poscio in una quarantina d’anni di ricerche sulla pittura ottocentesca e di inizio Novecento, non solo di area vigezzina – fra gli altri, Carlo Fornara, Enrico Cavalli, Lorenzo Peretti junior, Giovanni Battista Ciolina, Gian Maria Rastellini –, ma anche di respiro internazionale. Lo spazio ospita pure mostre temporanee, come l’esposizione recentemente inaugurata Giuliano Crivelli. Il codice della meraviglia, retrospettiva dedicata al musicista e pittore nativo di Novara, che ha però trascorso tutta la sua vita nell’Ossola, prima di spegnersi nel 2021, all’età di 85 anni.
http://www.collezioneposcio.it/
IL MUSEO STORICO DELLA RESISTENZA A VILLADOSSOLA
Quarantatré giorni. Tanto durò la Repubblica Partigiana dell’Ossola, coraggioso esperimento democratico all’interno di un Paese in guerra, che si costituì il 10 settembre 1944, per iniziativa di attivissimi gruppi antifascisti locali. Oggi la storia di quei quaranta giorni (e poco più) di libertà si ripercorre nella Sala della Resistenza di Domodossola, ospitata nel Palazzo di Città, tra fotografie, copie di documenti e riviste d’epoca. Mentre si visita a Villadossola il Museo Storico della Resistenza, inaugurato nel 1983. Il centro raccoglie centinaia di documenti relativi alle attività antifasciste delle formazioni attive nella valle, ma anche alcuni quadri che raffigurano i momenti salienti della lotta di liberazione.
IL SACRO MONTE CALVARIO
Patrimonio Unesco tra i Sacri Monti alpini dal 2003, il Sacro Monte Calvario fu fondato poco dopo la metà del Seicento sul Colle di Mattarella, proprio sopra la città di Domodossola, cui è ancora collegato attraverso una Via Crucis. La visita al complesso consente oggi di scoprire la cella che fu abitata dal teologo Antonio Rosmini nel XIX secolo, ma anche gli altri edifici tutelati dalla Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte Calvario, come il Castello medioevale di Mattarella, l’Oratorio della Madonna delle Grazie, l’Orto Botanico avviato dai religiosi del Sacro Monte nei terreni adibiti in parte a uso agrario in parte a giardini ornamentali. Nell’Orto è possibile scoprire colture tradizionali e specie storicamente documentate nell’Ossola, attraverso visite guidate e attività didattiche.
https://www.sacrimonti.org/sacro-monte-di-domodossola
IL BORGO STORICO DI CANOVA
Il sistema di piccoli borghi che circondano la città merita di essere scoperto a ritmo lento, tra case in pietra, latterie sociali storiche, cantine (fautrici della riscoperta del Prünent). In località Crevoladossola si raggiunge la frazione di Borgo Canova, che è un esempio ben conservato di edilizia tradizionale, valorizzato dall’intervento di riqualificazione sostenuto negli Anni Duemila da un gruppo di privati (costituitisi nell’Associazione Canova, che gestisce anche uno sportello di consulenza sull’architettura in pietra e organizza laboratori e corsi didattici per la valorizzazione del patrimonio storico costruito). Il modello è quello dell’architettura rurale in pietra, materiale caratteristico della Val d’Ossola, tra muri a secco e tetti in piode. Non distante, si incontra l’area dei mulini che in passato sfruttavano l’abbondanza d’acqua dovuta al Toce e ai suoi immissari.
SCOPRIRE LE ALPI A BORDO DI UN TRENO
Il 25 novembre 1923, la Ferrovia Vigezzina – Centovalli celebrava il primo viaggio all’insegna della cooperazione transfrontaliera (tra Italia e Canton Ticino). Da allora la ferrovia alpina, che attraversa il territorio di Centovalli, a cavallo tra le Alpi Ticinesi e le Alpi del Verbano, è diventata un’attrazione turistica, particolarmente amata nei mesi autunnali, perché vetrina privilegiata per apprezzare il foliage. Per celebrare il centenario, i borghi della Val Vigezzo hanno organizzato una serie di mostre ed eventi che prenderanno forma durante l’estate 2023, tra Santa Maria Maggiore, Craveggia e il Santuario di Re. Chi vuole semplicemente godersi in viaggio, invece, può accomodarsi a bordo del treno nella stazione di Domodossola, arrivando a destinazione, a Locarno, in poco meno di due ore, dopo aver attraversato 83 ponti e 31 gallerie in poco più di 50 chilometri di percorso. In alternativa, dalla stazione di Domodossola parte anche il Trenino Verde delle Alpi, che percorre una delle tratte panoramiche più suggestive dell’arco alpino, spingendosi fino a Berna. Tra gli highlight del viaggio, il viadotto di Kender, il Castello di Tellenburg, il lago di Thun.
https://www.vigezzinacentovalli.com/
https://www.bls.ch/it/freizeit-und-ferien/ausflug/trenino-verde-delle-alpi
DOVE MANGIARE A DOMODOSSOLA E DINTORNI
Con un grazioso dehors affacciato sul salotto di Piazza del Mercato, Sensolato è una gelateria che privilegia la materia prima, valorizzando gli ingredienti locali e giocando con l’interpretazione di ricette tradizionali. Si lavora bene anche sul caffè.
Sempre in città, Elena è un ristorante e bistrot di impostazione solida. Al ristorante ci si affida allo chef – Cristian Elena – che articola il suo personale menu degustazione; seduti al bistrot, invece, si sceglie alla carta, ma ci si accomoda anche per un aperitivo a base di salumi e formaggi locali.
In direzione Crevoladossola si raggiungono invece due insegne di impostazione tradizionale, pur diverse per attitudine. L’Osteria Gallo Nero è ospitata in una struttura moderna, nella bella stagione si cena all’aperto, sotto all’imponente copertura aggettante in legno: nel piatto salumi ossolani, cacciagione, gnocchi di farina di castagne, pesce d’acqua dolce.
Il Divin Porcello, nella frazione di Cresta (Masera), non fa mistero della specialità della casa e può contare su un salumificio interno: tra i must la lauscera, che permette di cuocere sottili sfoglie di lonza di maiale su una pietra ollare rovente, direttamente al tavolo.
Nel centro di Druogno, si raggiunge invece il Bar Paradise, tranquilla attività alpina, aperta dall’ora della colazione all’aperitivo, con bella selezione di vini.
E se l’intento è quello di sperimentare una genuina cucina di montagna, a un’ora d’auto dalla città, risalendo la Val Formazza, si incontra a Riale la locanda Walser Schtuba (non solo ristorante, ma anche dispensa), che le ricette locali le rilegge in chiave moderna.
http://www.elenaristorante.it/
https://www.osteriagallonero.it/
https://divinporcello.it/
https://locandawalser.it/
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