Le abitudini, gli usi, i vezzi e le mode della società si riflettono nei dettagli delle antiche cucine, luoghi di servizio (separati dalle aree signorili) funzionali all’economia e all’organizzazione delle faccende quotidiane. A riportare in auge il fascino di questi ambienti “nascosti” è l’affascinante Castello di Miramare a Trieste, riallestendo gli spazi esterni e rinnovando l’itinerario museale. “Gli interventi hanno interessato gli esterni delle cucine” spiega la direttrice del Museo, Andreina Contessa, “che sono state oggetto di un accurato restauro, gli interni, gli impianti e in parallelo le collezioni di suppellettili, oggetto di cure, restauri, pulitura, riordino e inventariazione digitale.” Un tema curioso e di grande impatto comunicativo, quello che si sviluppa a partire dalla storia delle cucine, affrontato dal museo cercando di ricostruire in modo filologico ciò che avveniva in questi ambienti, ma adottando al contempo scelte scenografiche coinvolgenti e di impatto: “Non avendo illustrazioni degli interni e non possedendo gli strumenti originali, tranne pochi pezzi di mobilio,” prosegue Contessa “è stato impossibile operare una ricostruzione filologica degli arredi. Per questa ragione l’allestimento è al contempo rigoroso (rispetta la suddivisione degli spazi e ripercorre il percorso del cibo dagli approvvigionamenti che giungevano via mare fino alla tavola), inventivo e utile, perché inventa una funzionale scenografia che funge da deposito a vista”.
LE ANTICHE CUCINE DEL CASTELLO DI MIRAMARE
Nella seconda metà dell’Ottocento, nelle antiche cucine del castello triestino si preparavano le pietanze per la corte dell’Arciduca Massimiliano d’Asburgo e la consorte Carlotta del Belgio. Gli ambienti, come le cantine, erano collocati nel seminterrato (esposti a nord, per facilitare la conservazione dei cibi) e, diversamente dalle altre stanze del castello, sono quasi del tutto sprovvisti degli arredi originali. Grazie alle planimetrie del 1861 di Carl Junker, conservate nell’archivio museale, è possibile comprendere l’articolazione degli spazi e la destinazione d’uso di ogni ambiente che si snodava attorno alla grande cucina. Aiutano a immaginare l’atmosfera dell’epoca alcuni forni e la grande vasca di pietra di un lavello, mentre i servizi da tavola dell’Arciduca Massimiliano sono ancora conservati a Vienna. I nuovi arredi comprendono i servizi da tavola appartenuti ai duchi d’Aosta, oltre a una piccola selezione dei cristalli in uso alla corte d’Asburgo.
Valentina Muzi
https://miramare.cultura.gov.it
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