Afro Basaldella (Udine, 1912 – Zurigo, 1976) si riteneva un “pittore classico”, però interessato a rappresentare il superamento della figura in cerca di valori visivi più profondi e atemporali, che gli permisero di rielaborare la storia dell’arte, a partire da una profonda lettura dei grandi maestri. Come Piero della Francesca, di cui gli affreschi della Cappella Bacci, nella Basilica aretina di San Francesco, costituiscono il prologo ideale per apprezzare la mostra ora allestita presso l’adiacente Galleria Comunale di Arte Moderna e Contemporanea, Afro. Dalla meditazione su Piero della Francesca all’Informale.
Un’occasione per visitare Arezzo e scoprire la modernità del suo patrimonio artistico nell’opera di chi, a distanza di secoli, continuò a farsi ispirare dal genio dei grandi maestri rinascimentali, Piero su tutti. Ma anche per muoversi nel ricco circuito di musei cittadini, ed esplorare un territorio provinciale composito, dal silenzio degli eremi alla natura rigogliosa delle Foreste Casentinesi, passando per borghi di origine etrusca e centri di ricerca e sperimentazione sui linguaggi contemporanei. I nostri suggerimenti tra Arezzo e dintorni.
Livia Montagnoli
L’ITINERARIO TRA LE CHIESE DI AREZZO
Una visita nel centro di Arezzo non può prescindere dalla scoperta delle chiese cittadine, partendo dalla Cattedrale intitolata ai santi Pietro e Donato, che domina Piazza del Duomo. La sua struttura gotica denuncia la fondazione tardo duecentesca, sebbene l’edificio abbia subìto numerosi rimaneggiamenti nei secoli a seguire. E duecentesca è anche l’origine della Chiesa di San Domenico, dove si scopre il Crocifisso ligneo dipinto da Cimabue; mentre sono già rinascimentali le forme della quattrocentesca Santa Maria delle Grazie, con il portico progettato da Giuliano da Maiano e l’altare di Andrea della Robbia all’interno.
Da scoprire, tra Corso Italia e Piazza Grande, anche il patrimonio artistico della pieve di Santa Maria Assunta, come il Polittico (1320) di Pietro Lorenzetti, e, con un salto avanti nel tempo, i preziosi testi di pittura del XVI e XVII secolo conservati alla Santissima Annunziata, da Bartolomeo della Gatta a Pietro da Cortona, senza dimenticare il campione locale, Giorgio Vasari, qui con una Deposizione (mentre il Vasari architetto e progettista firmò il progetto per la trasformazione della Badia delle sante Flora e Lucilla, dove si ammira anche la maestria illusionistica di Andrea Pozzo, che nel Seicento dota la chiesa di una finta cupola dipinta su tela).
PIERO DELLA FRANCESCA ALLA BASILICA DI SAN FRANCESCO
La Basilica di San Francesco fu costruita a partire dalla seconda metà del XIII secolo, terminata solo qualche decennio più tardi (mentre il campanile risale al XVI secolo). Nel ricco patrimonio di arte religiosa aretino, la chiesa (con le vetrate istoriate di Gugliemo de Marcillat e gli affreschi di Spinello Aretino) si distingue per il fatto di ospitare uno dei cicli decorativi ad affresco più celebri del periodo rinascimentale, con storie della Leggenda della Vera Croce eseguite nella Cappella Bacci (visita con prenotazione obbligatoria) da Piero della Francesca, poco dopo la metà del Quattrocento. Fonte del programma iconografico fu la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, testo duecentesco che molto ispirò gli artisti toscani a partire dal XIV secolo, ma fu premura dell’artista originario di Sansepolcro riportare nelle scene scorci di paesaggio di Arezzo, quinta scenica immediatamente riconoscibile da chi osservava, in contrasto con una composizione formale “metafisica”, modulata su audaci prospettive e figure geometrizzanti rivelate dal nitore della luce. Piero – che in città firmò anche la Maddalena affrescata nella Cattedrale – ha lasciato molte tracce di sé e della portata rivoluzionaria della sua arte nel territorio della Valtiberina: da Arezzo si raggiunge Sansepolcro per ammirare le opere conservate al Museo Civico (il Polittico della Misericordia, la Resurrezione, San Giuliano e l’affresco staccato raffigurante San Ludovico), mentre a Montevarchi si conserva l’altrettanto nota Madonna del Parto, affresco realizzato in origine per la chiesa di Santa Maria di Momentana. Molto si è discusso, negli ultimi anni, sulla necessità di ricollocare l’opera nel luogo per cui fu commissionata: sembrerebbe, al momento, aver prevalso la linea della conservazione presso il Museo Civico locale.
http://www.museocivicosansepolcro.it/
http://www.madonnadelparto.it/
LA GALLERIA COMUNALE DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
In Piazza San Francesco, adiacente alla Basilica omonima, la Galleria Comunale di Arte moderna e contemporanea affianca all’esposizione della collezione permanente, in larga parte formata da opere di artisti italiani della seconda metà del Novecento, mostre temporanee dedicate anche ad artisti del XXI secolo. Il nucleo originale della collezione si è costituito, a partire dal 1962, grazie all’annuale Premio Arezzo, ma solo nel 2003 il polo è approdato nella collocazione attuale, dopo il lungo periodo trascorso a Palazzo Guilichini.
Fino al 22 ottobre 2023 lo spazio ospita la mostra dedicata ad Afro Basaldella, curata da Marco Pierini, con alcune opere inedite e i cartoni che l’artista realizzò per l’Eur, per ricostruirne le tappe fondamentali della carriera, dagli Anni Trenta in avanti, in rapporto all’arte classica, rinascimentale e ai grandi maestri del passato.
https://www.fondazioneguidodarezzo.com/afro-in-mostra-ad-arezzo/
I MUSEI DI AREZZO
Il circuito dei Musei di Arezzo riunisce molte anime dell’identità culturale maturata in secoli di storia della città. Oltre alle raccolte del Museo Archeologico Nazionale intitolato a Mecenate (nell’ex monastero di San Bernardo, si visita insieme all’Anfiteatro Romano; ricco è il corpus di reperti etruschi) e del Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna (a Palazzo Bruni Ciocchi, con opere di Spinello Aretino, Luca Signorelli, Giorgio Vasari, Giovanni Fattori e molti altri), si distinguono progetti museali dedicati alle tradizioni artigiane e alle personalità locali. Come Giorgio Vasari, che ad Arezzo nacque nel 1511, e fu, oltre che artista di successo, storico dell’arte moderno ante litteram (Le Vite): nella casa museo di borgo San Vito si apprezzano le decorazioni eseguite dall’artista e una quadreria di dipinti cinquecenteschi, oltre al giardino pensile all’italiana. Orodautore valorizza invece la tradizione orafa aretina, in alcune sale del Palazzo della Fraternita dei Laici (affacciato su Piazza Grande, conserva anche le antiche collezioni della società di mutuo soccorso fondata alla metà del Duecento); il peculiare museo espone gioielli contemporanei, databili tra gli Anni Settanta e i primi Duemila, per raccontare la maestria degli artigiani locali, spesso ispirati da artisti e designer internazionali. Nel circuito museale rientra anche la Fortezza Medicea, architettura militare cinquecentesca a opera dei Sangallo, che svetta sul colle di San Donato, sul luogo dell’antica acropoli etrusca.
CASA MASACCIO CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA A SAN GIOVANNI VALDARNO
Nel centro storico di San Giovanni Valdarno, dal 1980 opera Casa Masaccio Centro per l’arte contemporanea, l’istituzione d’arte contemporanea più longeva dell’intera Toscana, che si occupa attivamente di ricerca artistica e sperimentazione dei linguaggi contemporanei. Con regolarità propone mostre, conferenze, workshop, rassegne cinematografiche, concerti e residenze, indirizzando uno sguardo attento ai temi cruciali della nostra epoca.
La collezione permanente del museo raccoglie opere di artisti che hanno partecipato alle varie edizioni del Premio Masaccio, tra cui Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Fernando Farulli, Alberto Moretti, Francesco Guerrieri, Aldo Turchiaro, Sergio Scatizzi, ma anche acquisizioni e donazioni ricevute tra gli Anni Ottanta e Novanta a testimonianza di un periodo di grande fermento espositivo che ha coinvolto artisti come Mario Airò, Massimo Bartolini, Alberto Garutti, Mauro Staccioli, John Murphy. Fino al 18 giugno si visita la mostra L’idea di Nord. Per Kirkeby – Lars von Trier, parte del programma Esporre il Cinema, ideato da Rita Selvaggio.
A CORTONA PER LUCA SIGNORELLI
Conosciuta per le testimonianze archeologiche di epoca etrusca presenti nel suo territorio, nonché per l’integrità del suo centro storico, Cortona si raggiunge da Arezzo in quaranta minuti d’auto e dal 23 giugno ospiterà, presso il museo MAEC– la cui collezione permanente si estende dagli Etruschi fino al Novecento, con le raccolte settecentesche dell’Accademia Etrusca e il corpus di opere di Gino Severini – una delle mostre più attese dell’estate, per celebrare i 500 anni dalla morte di Luca Signorelli. Nacque a Cortona l’artista “faro per i più grandi del Rinascimento”, intraprendendo poi una prolifica attività pittorica tra Toscana e Umbria e distinguendosi per la forza del suo colorismo e per l’originalità delle sue invenzioni compositive, caratterizzate da una grande potenza narrativa. Fuori dal museo di Palazzo Casali la mostra proseguirà con itinerari tematici in città e nelle località che testimoniano le committenze di Signorelli. Il MAEC funge anche da centro di documentazione del Parco archeologico, che permette di rintracciare in città i resti dei periodi etrusco e romano, ma anche le tombe a tumulo della piana dei meloni.
L’ABOCA MUSEUM DI SANSEPOLCRO
Sansepolcro deve la sua fama a Piero della Francesca, cui diede i natali intorno al 1412. Ma, oltre al patrimonio del Museo Civico, rivela attrazioni non banali, come il Museo della Vetrata Antica Bernardino Fratti e l’Aboca Museum, nato nel 2002 nell’alveo delle attività dell’healthcare company omonima, e parte del circuito dei musei d’impresa. Realizzato con il contributo di Dotdotdot, che ha dotato l’allestimento di ingegnosi espedienti interattivi e multimediali, il museo nasce con l’intento di recuperare e tramandare il millenario rapporto tra l’uomo e le piante medicinali, negli ambienti di Palazzo Bourbon del Monte. L’allestimento intitolato Erbe e Salute nei secoli guida il visitatore tra laboratori di lavorazione fedelmente ricostruiti (spezieria, laboratorio fitochimico, cella dei veleni, farmacia ottocentesca), cimeli antichi di valore scientifico e artistico (mortai, raffinate ceramiche da farmacia, vetrerie, attrezzature da spezieria) e, immancabili, i libri. La Bibliotheca Antiqua di Aboca raccoglie un corpus unico nel suo genere: 2500 testi antichi, dal Cinquecento al Novecento. L’Aboca Experience completa il tour.
https://www.abocamuseum.it/it/
LE FORESTE CASENTINESI E L’EREMO DI CAMALDOLI
Fra le destinazioni da segnalare per esplorare il composito territorio aretino, il Parco delle Foreste casentinesi, Monte Falterona, Campigna, istituito nel 1993, permette di apprezzare uno dei più vitali polmoni naturali delle Penisola, esteso per circa 36mila ettari nell’Appennino tosco-emiliano. Se in autunno si arriva per il foliage che dipinge di rosso il sistema forestale, nel resto dell’anno gli itinerari a contatto con la natura possono essere scoperti a piedi o in mountain bike. A Dante Alighieri è intitolato uno dei percorsi tematici presenti: ricalca i sentieri che un tempo univano le città di Ravenna e Firenze. Mentre silenzio e spiritualità sono le parole d’ordine nell’Eremo di Camaldoli, fondato da San Romualdo nel 1012 e tuttora abitato da una comunità di monaci benedettini (da non perdere una visita all’antica farmacia), e nel Santuario della Verna, legato alla figura di San Francesco. Numerosi sono gli eventi estivi organizzati dall’Ente Parco, dalle passeggiate notturne con osservazione della volta celeste ai trekking storici alle mostre fotografiche dedicate alla natura.
https://www.parcoforestecasentinesi.it/
DOVE MANGIARE AD AREZZO E DINTORNI
Da qualche anno, Luca Fracassi ha impresso una svolta nella ristorazione un po’ seduta della cittadina toscana, scommettendo sul progetto Octavin, che in poco tempo ha ottenuto il buon riscontro di critica e pubblico. Oggi l’insegna di Scalinata Camillo Berneri è il rifugio ideale per chi non vuole rinunciare a una cucina di personalità, che non tradisce il territorio, ma neppure vuole farsi schiacciare dalla tradizione. E non delude la carta dei vini, con scelte non scontate.
Altrettanto stimolante è la ricerca di Filippo Baroni, però fuori città, immerso nel Parco delle Foreste Casentinesi, dove a Moggiona (Poppi) si scopre Mater, con la sua cucina naturale di sperimentazione (chi l’ha ideata l’ha ribattezzata cucina “neomonastica”) e l’accoglienza premurosa dello staff. Nel fine settimana, chi soggiorna nel vicino Borgo I Tre Baroni può godere della colazione preparata al ristorante.
https://www.octavin.it/
https://www.ristorantemater.it/
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