In Lunigiana un piccolo gioiello culturale da scoprire e riscoprire è Castiglione del Terziere. Uno storico castello custodisce le memorie di questa terra, una collezione d’arte e una biblioteca. E racconta la storia di un filantropo, Loris Jacopo Bononi, che per decenni si è speso per il recupero e di questo edificio.
La storia del borgo di Castiglione del Terziere
Le origini del borgo sono antichissime: sembra che le prime tracce di insediamenti nella zona risalgano al VI o al VII secolo d.C. e che, solo nel 1275, abbia assunto l’attributo “del Terziere” in quanto “terza parte” dei territori feudali della famiglia Malaspina.
Nel 1451 Castiglione del Terziere entrò a far parte della Repubblica Fiorentina, e divenne Sede del Governo e della Magistratura del territorio Fiorentino in Lunigiana fino alla metà del Settecento, quando la Rappresentanza del Governo Fiorentino venne trasferita a Bagnone.
Tale provvedimento determinò, per il castello, l’inizio di un lungo periodo di decadenza: alla fine degli anni Sessanta dello scorso secolo, il castello e il borgo si trovavano in situazione di estrema precarietà e Castiglione del Terziere sarebbe divenuto un rudere abbandonato e senza memoria se Loris Jacopo Bononi non avesse deciso nel 1969 di acquistarlo e riedificarlo per renderlo un prezioso scrigno di memorie storiche, letterarie ed artistiche.
Chi era Loris Jacopo Bononi
Loris Jacopo Bononi, nato a Fivizzano nel 1929, dopo essersi laureato in Medicina e Chirurgia ottenne la Libera Docenza in Microbiologia e poi in Chemioterapia, affiancando a queste attività la professione di dirigente industriale nel settore farmaceutico: in poco tempo arrivò a dirigere la Sezione Italiana della Pfizer e, per un certo periodo, anche negli Stati Uniti. Nonostante ciò, alla carriera medica ha sempre affiancato il suo amore per la cultura, l’arte e la letteratura.
“I libri sono la moltitudine del cuore” affermava Bononi, il quale, nel corso della sua vita, frequentò personaggi del calibro di Luchino Visconti e Federico Fellini e pubblicò tre libri che lo hanno fatto considerare tra i maggiori scrittori del Novecento da Pier Paolo Pasolini.
Il restauro del castello fu strutturale ma ricco di contenuti: la composizione di un’importante biblioteca (il Centro Studi Umanistici Nicolò V, dal 1973), un archivio storico che conserva le memorie di tutta la Lunigiana, una quadreria e di numerosi reperti archeologici e di arredo.
La mostra sul Castello di Castiglione del Terziere
Il percorso espositivo si articola su un piano del castello e conta quattro sale, due dedicate alla quadreria e agli oggetti d’arredo e le ultime due dedicate invece alla biblioteca.
La prima sala, ossia l’ingresso, accoglie la parte più consistente della quadreria della collezione, avente funzione di documentazione storica e raffigurante personaggi della casata Medicea e altri protagonisti della storia di Castiglione del Terziere e della Lunigiana, e ai numerosi dipinti presenti all’interno della sala si alternano busti in marmo, armi medievali e mobili in legno pregiato contenenti importanti documenti del castello, tra cui le numerose filze dei processi penali e civili custodite come testimonianza della presenza del Capitanato di Giustizia fiorentino.
Le raffigurazioni pittoriche dei numerosi componenti della famiglia Medici partono da Cosimo I de’ Medici e la consorte Eleonora di Toledo fino ad arrivare a Gian Gastone de’ Medici, ultimo granduca appartenente alla dinastia fiorentina.
Adiacente all’ingresso si trova la ‘Sala del Capitano’, suggestiva e colma di statue, busti, quadri ed elementi d’arredo che affollano la stanza, al centro della quale campeggia il maestoso letto in legno pregiato appartenuto a papa Giulio II.
I numerosi reperti archeologici e gli elementi d’arredo contenuti all’interno dell’ingresso e della Sala del Capitano testimoniano la filosofia Medicea del colligite fragmenta nec pereant, ossia ‘raccogliete i frammenti affinché non si perdano’.
Le ultime due sale della collezione, le più importanti, racchiudono la biblioteca del castello, che si divide in due parti, una umanistica e l’altra di storia locale.
La biblioteca di storia locale, denominata ‘Biblioteca grande’, comprende manoscritti, statuti e testi a stampa di autori nati in Lunigiana, dal secolo XV ad oggi, in prima edizione o in edizione incunabula, di storia fiorentina, toscana, genovese, lunigianese.
La ‘Biblioteca piccola’, ossia la biblioteca umanistica, conserva invece la parte più preziosa dei primi libri stampati al mondo e deve la sua composizione alla figura di Jacopo da Fivizzano, personaggio stimato da Loris Bononi in quanto tra i primi stampatori italiani e testimone di uno dei più grandi eventi per l’umanità, ossia la stampa a caratteri mobili.
Radunati negli scaffali della biblioteca è possibile scorgere rare e preziose edizioni incunaboli figurate della Divina Commedia, tra le quali ritroviamo l’edizione illustrata da Gustavo Doré, e capolavori della letteratura, pergamene e pagine vergate da autori come Petrarca, Boccaccio, Ariosto, Leopardi, Manzoni, Gabriele D’Annunzio e Proust.
L’eredita di Bononi e la Fondazione
Dopo la morte di Loris Jacopo Bononi, sopraggiunta nel 2012, è stata Raffaella Paoletti, sua storica compagna di vita, a divenire custode della memoria del professore e dell’intera collezione del castello, pensata in chiave di ‘memoria storica’, allo scopo di conservare e comprendere il passato dal quale attingere elementi fondamentali per l’identità del presente. Paoletti è riuscita per anni nell’intento di tramandare ai posteri la memoria del castello e di rendere fruibile al pubblico tutte le meraviglie custodite al suo interno fino a quando, a settembre del 2023 è venuta a mancare.
La morte di Raffaella, tuttavia, non ha spento la forza e la determinazione del Comitato Omnia Vanitas, istituito in ricordo del professor Bononi, che da anni ormai collaborava con questa realtà e che continuerà a preservare, valorizzare e rendere fruibile al pubblico il borgo, il castello e la collezione d’arte, con la speranza di istituire quanto prima una Fondazione.
“[…] ricreare un luogo della memoria dove riportare i ricordi della mia gente e della mia terra. Perché ricordare è un atto di civiltà. Perché ricordare deriva dal cor-cordis: gli antichi pensavano che la memoria fosse nel cuore… Custode delle memorie di questo lembo di terra inaridito da secoli di emigrazione […]”: le parole di Loris Jacopo Bononi, provenienti da uno dei suoi scritti, non possono che continuare ad alimentare la speranza che Castiglione del Terziere rimanga una realtà fruibile al pubblico anche in futuro.
Federica Schneck
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