È uno sguardo che ha fatto la storia della fotografia del Novecento quello di Dorothea Lange (Hoboken, 1895 – San Francisco, 1965), capace di instaurare un rapporto empatico con i suoi soggetti grazie all’utilizzo di macchine con mirino a pozzetto. Prima donna fotografa cui il MoMa dedicò una retrospettiva all’indomani della sua scomparsa, nel 1952 Lange aveva pure cofondato Aperture, autorevola rivista fotografica che avrebbe dato impulso alla disciplina nei decenni a venire. Sul campo, però, l’apice della sua carriera si colloca tra gli Anni Trenta e la Seconda Guerra Mondiale: un lungo e prolifico periodo di impegno artistico e civile, che la vede cronista sincera e acuta della società americana nel raccontare le discriminazioni che segnarono la Grande Depressione del 1929, le migrazioni, i campi di detenzione per i cittadini nippo-americani segregati a seguito dell’attacco a Pearl Harbour, nel 1941, persino la crisi climatica, in tempi non sospetti. C’è tutto questo in mostra al Museo Civico di Bassano del Grappa, che alla fotografa statunitense dedica, in collaborazione con Camera Torino, la mostra Dorothea Lange. L’Altra America, in programma fino al 4 febbraio 2024. Un percorso espositivo in 200 scatti, con focus dedicato alla celebre Migrant Mother, sorta di Madonna laica incontrata da Lange nell’accampamento per migranti di Nipomo (California), nel 1936. Per l’occasione, il Museo ospitato nell’ex convento dei frati francescani offre a tutti la possibilità di entrare nel mondo della fotografa, attraverso un percorso tattile innovativo, dedicato ai visitatori non vedenti e ipovedenti.
Ma la cittadina attraversata dal Brenta vale una visita più approfondita, per scoprirne la storia e le attrazioni dei dintorni, tra centri medievali, ville rinascimentali, cronache della Grande Guerra e Land Art.
L’itinerario nel centro di Bassano
Se l’attrazione più celebre della città è il Ponte Vecchio realizzato dal Palladio – struttura coperta in legno, conosciuta anche come Ponte degli Alpini, ricostruito secondo l’originale dopo i bombardamenti del 1945 –, l’intero centro storico di Bassano merita uno sguardo attento. Dalla Torre civica che svetta in piazza Garibaldi (dove si visita anche la gotica Chiesa di San Francesco) all’antica piazza dei Signori (oggi piazza della Libertà), circondata da portici, con il Leone alato di San Marco a vigilare dall’alto della sua colonna. Il duomo della città, dedicato a Santa Maria in Colle, si trova invece all’interno del Castello Superiore, legato alla dinastia degli Ezzelini: sorto sul luogo di un’antica pieve del X secolo, l’edificio ha oggi sembianze barocche.
Il circuito dei Musei Civici di Bassano
Il circuito museale cittadino riunisce in un’unica rete Museo Civico, Palazzo Bonaguro, Palazzo Sturm, Biblioteca (in corso, fino a marzo 2024, la mostra su Animali e creature fantastiche tra scienza, arte e simbolismo) e Archivio Storico. Il primo, ospitato nell’ex convento dei frati francescani dal 1828 (dunque tra le più antiche sedi museali del Veneto), dieci anni fa si è dotato di spazi adibiti a ospitare mostre temporanee, come quella in corso su Dorothea Lange. Ma il nucleo della collezione si fonda sulla più grande raccolta di dipinti di Jacopo Dal Ponte (Jacopo Bassano) e della sua fiorente bottega. Una sezione del museo – che ospita un’ala permanente dedicata a Canova, esponendo anche i monocromi dell’artista – è incentrata sull’arte medievale, ma il percorso di visita, rinnovato lo scorso ottobre nell’allestimento degli ambienti monumentali del piano nobile (nuovi colori, luci, pannelli didattici a cura dello studio Antonio Ravalli Architetti, e una nuova sala dedicata alla grafica), spazia fino al XIX secolo, con la possibilità di apprezzare opere in arrivo dai depositi, mai esposte prima d’ora. Palazzo Bonaguro si segnala invece per l’apparato decorativo che in fasi successive arricchì la dimora della famiglia veneziana dei Veggia: all’ultimo piano il palazzo ospita Mondo Animale, una mostra permanente che raccoglie una collezione zoologica di mammiferi rari. Mentre è duplice la funzione di Palazzo Sturm, dimora settecentesca commissionata dal mercante di seta Vincenzo Ferrari, con vista sul Brenta e sul Ponte degli Alpini. L’edificio è infatti sede del Museo della Stampa Remondini, dedicato alla tipografia e calcografia della celebre famiglia di imprenditori grafici bassanesi (fenomeno industriale ante litteram, tra XVII e XIX secolo), e del Museo della Ceramica Giuseppe Roi, ospitato al piano nobile, che raccoglie testimonianze della tradizione ceramica bassanese, dal XVI secolo in poi.
Il Museo Hemingway e della Grande Guerra
La storia di Ca’ Erizzo inizia nel XV secolo, quando l’edificio fu costruito sulla riva est del Brenta, nelle vicinanze del centro abitato, e non lontano da dove, nel Cinquecento, sarebbe sorto il ponte coperto del Palladio. Sul finire della Prima Guerra Mondiale, la villa fu residenza della Sezione Uno delle ambulanze della Croce Rossa Americana, in un territorio che durante il conflitto si era dimostrato punto di massima resistenza contro le truppe austro-ungariche. Tra i volontari accorsi a sostenere la causa, arrivò a Bassano anche lo scrittore Ernest Hemingway, che in uno ei suoi racconti non mancò di evocare i giorni trascorsi a Ca’ Erizzo. Oggi il Museo Hemingway e della Grande Guerra, grazie all’intervento dell’attuale proprietario dell’edificio Renato Luca, ricostruisce con testimonianze e fotografie i passaggi cruciali del conflitto visto dalla prospettiva di Bassano, fornendo al contempo un racconto, unico in Italia, sulla partecipazione degli Stati Uniti alla Grande Guerra. Ma c’è spazio anche per l’omaggio a Hemingway e al suo rapporto con l’Italia.
http://www.museohemingway.it/ita/
In bici sulle colline di Valdobbiadene, tra pievi e Land Art
Nel Trevigiano, non troppo distante dalle colline di Valdobbiadene, oggi patrimonio Unesco e conosciute in tutto il mondo per la produzione del Prosecco, all’inizio degli Anni Cinquanta nasceva il design della mitica Pinarello, bici da corsa che ha legato la sua fama ad alcuni dei più grandi campioni del ciclismo. Lungo la strada del Prosecco Superiore, un viaggio sui pedali è un’opportunità per scoprire a ritmo lento pievi, borghi e paesaggi disegnati dai filari. L’anello più impegnativo – frazionabile in due giorni – inizia dal centro storico di Conegliano (direzione Valdobbiadene e ritorno) e si snoda per più di 100 chilometri, toccando anche Vittorio Veneto, tra Refrontolo, Rolle, Follina, Combai, Santo Stefano, garantendo la possibilità di visitare attrazioni locali come l’antico Molinetto della Croda, nella valle del Lierza, o gli affreschi trecenteschi della pieve di San Pietro di Felletto; poco prima di rientrare, ci si cimenta con la salita di Ca’ del Poggio, resa celebre dal Giro d’Italia. Ma a Valdobbiadene si visita anche il Parco della Filandetta della cantina Bortolomiol, frutto del restauro di un’antica filanda del paese: all’interno, una collezione di Land Art con opere site specific che si pone l’obiettivo di trasformare il parco in uno spazio di espressione artistica in tutte le sue forme, dalla scultura alla musica, dall’architettura al design.
http://www.bortolomiol.com/parco-della-filandetta/
Marostica e gli scacchi
Nelle immediate vicinanze di Bassano, Marostica conserva intatto il sistema di incastellamento che dal Colle Pausolino scende fino al centro storico (per apprezzarlo si procede sul panoramico Sentiero dei Carmini). Il nucleo medievale della cittadina si concentra intorno alla piazza degli Scacchi, dirimpetto al Castello Inferiore; qui, negli anni pari, va in scena una delle più peculiari rievocazioni medievali d’Italia, la partita con pedine viventi che per tre giorni, nel mese di settembre, coinvolge più di cinquecento figuranti vestiti con costumi d’epoca. Dunque non stupisce l’inaugurazione del primo Museo degli Scacchi d’Italia, concretizzatasi la primavera scorsa: la nuova istituzione ha trovato posto nelle sale del Castello Inferiore voluto da Cangrande della Scala nel 1312, con un allestimento dell’architetto ferrarese Antonio Ravalli. All’origine, una cospicua, singola donazione: l’intera collezione privata dell’imprenditore enogastronomico e Maestro di scacchi ad honorem Giovanni Longo.
https://www.marosticascacchi.it/#1
Possagno, a casa di Antonio Canova
Rinnovata nell’ottobre 2022, in occasione del duecentesimo anniversario della morte di Antonio Canova, la casa natale dell’artista fa parte del più ampio percorso di visita del museo di Possagno, che include anche Gypsotheca, Biblioteca e Archivio, dove apprezzare quadri e libri collezionati dallo scultore, bozzetti, gessi e marmi che l’hanno reso il più celebre interprete della scultura neoclassica. Ma a Possagno si visita anche il Tempio Canoviano, che si impone con il suo colonnato in stile greco e la cupola esemplata sul Pantheon sullo skyline delle colline retrostanti. L’edificio fu progettato all’inizio dell’Ottocento da Canova, per restaurare la vecchia parrocchiale del paese; ma l’artista, scomparso nel 1822, non riuscì a vedere completata la sua opera, portata a termine dal fratellastro Giovanni Battista Sartori. Oggi la chiesa, ancora consacrata al rito cattolico, custodisce anche le spoglie dello scultore.
https://www.museocanova.it/
https://www.tempiocanoviano.it/
Il Memoriale Brion di Carlo Scarpa
Nel giugno 2022, la famiglia Brion ha concretizzato la donazione al FAI del Memoriale situato a San Vito di Altivole, complesso funerario realizzato dall’architetto veneziano Carlo Scarpa tra il 1970 e il 1978. Il monumento funebre fu commissionato dalla famiglia per omaggiare Giuseppe Brion, fondatore e proprietario della Brionvega, azienda di punta nella produzione di apparecchi elettronici di design del secondo Dopoguerra, ed è l’ultima opera di Scarpa, scomparso nel ’78 prima ancora di veder completato il progetto (elaborati grafici, disegni e quaderni dell’architetto sul memoriale sono oggi conservati negli archivi del MAXXI). Pur in provincia di Treviso, circondato dalle colline di Asolo, il sito è facilmente raggiungibile da Bassano, e si caratterizza per il monumentale ingresso a forma di due cerchi intrecciati, simbolo dell’amore coniugale. All’interno, tra giardini disegnati in forme geometriche che evocano esempi islamici e giapponesi, sorgono quattro edifici, tra cui l’arcosolio che ospita i coniugi Giuseppe e Onorina Brion. In uno spazio defilato si trova invece la tomba di Carlo Scarpa, che qui volle essere sepolto. Grazie alla presa in carico del FAI, il Memoriale, restaurato nel 2021, è ora accessibile negli orari di visita dell’adiacente cimitero comunale.
https://fondoambiente.it/luoghi/memoriale-brion/
La Tipoteca di Cornuda
Sempre nel Trevigiano, a quaranta minuti d’auto da Bassano (sfilando accanto alla palladiana Villa Barbaro di Maser, aperta alla visita per ammirare gli affreschi di Paolo Veronese al piano nobile), sorge il Museo della Stampa e del Design Tipografico di Cornuda, che espone rari esempi di archeologia meccanica, perfettamente funzionanti, tra torchi, presse, vari strumenti del tipografo, e una ricca collezione di caratteri, matrici e punzoni. Oltre al museo, i laboratori artigianali permettono ai visitatori di sperimentare in prima persona la progettazione e la creazione di opere tipografiche originali. Nell’auditorium del complesso si tengono spesso concerti ed eventi musicali; fino al 23 dicembre si visita la mostra dedicata all’opera grafica di Livio Ceschin.
http://www.tipoteca.it/https://www.villadimaser.it/
Dove mangiare a Bassano del Grappa e dintorni
La ricognizione enogastronomica di Bassano non può che iniziare dalla grapperia Nardini, tra le più antiche distillerie d’Italia, la cui sede storica si trova al limitare del Ponte Vecchio. La comanda d’ordinanza è il mezzo e mezzo, cocktail composto in parti uguali da rabarbaro e selz, con una scorzetta di limone. La storia delle distillerie bassanesi, peraltro, è ben approfondita dal Museo Poli, in Palazzo delle Teste, che espone in modo scenografico oltre 1500 bottiglie mignon di grappa provenienti da più di 300 distillerie, ma illustra anche la storia della distillazione. Il tour si conclude con una degustazione dei prodotti della casa.
Tra i ristoranti, Impronta è un’insegna di nuova generazione, guidata da un giovane chef dal curriculum profondo. Lo spazio è accogliente pur puntando sul minimalismo, il menu legge con intelligenza il territorio, ma spinge sul pedale della sperimentazione.
A Solagna si raggiunge invece una realtà storica della ristorazione locale, l’Antica Trattoria da Doro, dal 1948. In carta il piedino di maiale, la polenta con baccalà, il bollito misto e altre pietanze senza tempo.
Atmosfera più informale all’Osteria Madonnetta di Marostica, cucina tipica dell’entroterra veneto nella sua semplicità.
https://www.nardini.it/
https://improntaristorante.it/
http://www.dadoro.it/
https://www.osteriamadonnetta.it/
Livia Montagnoli
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