Cosa vedere a Lorenteggio e Giambellino, quartieri (non più tanto) periferici di Milano 

Una Milano diversa, quella della periferia sud-ovest, tra mercati multietnici, murales colorati, parchi urbani e nuovi progetti. Ecco cosa vedere nei quartieri di Lorenteggio e Giambellino, da lontani a vicini al centro, grazie alla nuova M4

Lo scorso anno Milano ha raggiunto, secondo i dati della Questura, 11.564.011 presenze di turisti, quasi un milione in media al mese. E questa è una buona notizia. La città è ricca di storia e tesori, ospita ogni settimana un evento diverso, ed è l’incontrastata capitale dell’aperitivo. I suoi visitatori si concentrano nei luoghi noti: il Duomo e il Castello Sforzesco, i quartieri di Brera e dei Navigli, le nuove aree di Piazza Gae Aulenti o di City Life, dove svettano i tre grattacieli che hanno ridisegnato lo skyline milanese. Ma si può andare oltre e “osare”, magari prendendo la M4, la linea blu da poco completata, e che in otto minuti porta dalla Basilica di Sant’Ambrogio verso i quartieri Lorenteggio-Giambellino, quelli che molti considerano il “far west” meneghino, ma che in realtà offrono piacevoli e inaspettate sorprese.  

Oratorio di San Protaso al Lorenteggio. Photo Roberto Smanio
Oratorio di San Protaso al Lorenteggio. Photo Roberto Smanio

Cosa vedere a Lorenteggio 

La prima? Quella di poter passeggiare lontano da folla, da code e tavolini che occupano fisicamente e visivamente quasi tutti i marciapiedi e le belle piazze del centro. La fermata di riferimento è Tolstoj, dove basta salire le scale per trovare a due passi un monumento che merita di essere visto, non fosse altro perché ha compiuto i mille anni di storia: il piccolissimo Oratorio di San Protaso al Lorenteggio, o la “gesetta di’ lusert”, chiesetta delle lucertole, così chiamata in dialetto meneghino quando attorno agli Anni Cinquanta versava in stato di abbandono. In effetti ha rischiato nel corso dei secoli varie volte l’abbattimento (anche durante i lavori di scavo per la M4) ma alla fine se l’è sempre scampata grazie alla strenua difesa da parte degli abitanti della zona, fieri del loro antico fiore all’occhiello. Oggi apre le porte ai visitatori in rare occasioni per mostrare il suo sobrio interno, dove risaltano alcuni interessanti resti di affreschi di diverse epoche.  

Edificio Industriale in Via Savona angolo Via Brunelleschi di Luigi Caccia Dominioni. Photo Roberto Smanio
Edificio Industriale in Via Savona angolo Via Brunelleschi di Luigi Caccia Dominioni. Photo Roberto Smanio

Esempi architettonici nel quartiere milanese di Lorenteggio 

Da qui, proseguendo verso Via Lorenteggio, vale la pena di fare una tappa all’altezza del ponte di Via Brunelleschi. Girando a sinistra, proprio dietro l’angolo, in Via Savona, compare l’originale sagoma bassa dell’edificio industriale che Luigi Caccia Dominioni progettò negli Anni Cinquanta per la ditta Loro Parisini, anche oggi sede di uffici, con la sua scenografica sfilata di finestre. Un altro esempio dell’architettura del boom economico è il quartiere dei “Grigioni”, che porta il nome della società che lo costruì, ben contraddistinto dal colore rosso mattone e beige delle tante palazzine rivestite in clinker che lo compongono.  

Federica Brignone che bacia la Sfera di Cristallo dell'artista Stefania Marchetto. Photo Roberto Smanio
Federica Brignone che bacia la Sfera di Cristallo dell’artista Stefania Marchetto. Photo Roberto Smanio

Street art, mercati e parchi tra Lorenteggio e Giambellino 

E poi ci sono i murales, quelli di Via Giambellino quasi all’altezza del deposito ATM, realizzati dal collettivo Orticanoodles che raffigurano una foresta di magnolie e rappresentano la biodiversità come metafora dell’integrazione sociale. Un aspetto che si può vivere tutti i giovedì in occasione del mercato, quando la zona si trasforma in una rumorosa a multietnica Belleville, un po’ come quella dei romanzi di Pennac. Per una piacevole sosta nel verde c’è il parco inaugurato qualche mese fa e intitolato al piccolo curdo Alan Kurdi, il cui corpo è stato ritrovato su una spiaggia turca nel 2015. Il parco ospita giochi, spazi condivisi, tavoli e panche, un percorso vita e un’oasi di biodiversità in cui sono stati piantati alberi e arbusti. Un tema verde che si ritrova nelle vie intorno dove la toponomastica evoca bucoliche visioni, con una lista quasi enciclopedica di nomi di fiori: Via dei Giaggioli, Via dei Gerani, e poi Anemoni, Biancospini, Gelsomini, Fiordalisi, Primule… In via dei Gigli, invece, compare all’improvviso una vera nota agreste. È Cascina Corba, edificio le cui origini risalgono al 1600, mantiene ancora oggi i lineamenti di un casale lombardo, ma dopo essere stata un ristorante oggi è in stato di abbandono. Quelli che si fanno notare con i loro colori sgargianti sono invece i murales del Villaggio dei Fiori, nato nel dopoguerra e che deve il suo nome proprio al fatto che con le sue basse casette si sviluppa attorno a queste vie dai nomi floreali.  

Giambellino: ancora murales e riqualificazione 

Passeggiando tra queste tranquille viuzze si possono ammirare alcune facciate ricoperte dalle opere del progetto di street art sociale di Corba 5 Cerchi, nato dalla collaborazione con Stradedarts, collettivo artistico, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e il Municipio 6 del Comune di Milano. Questi grandi murales sono legati al tema degli sport invernali, un’idea di abbellimento urbano che si concluderà entro il 2026, in concomitanza con l’anno olimpico. Tra i lavori più scenografici ci sono Il Pattinaggio artistico, dell’artista SteReal, il Bob di Kiv, Federica Brignone che bacia la Sfera di Cristallo, realizzato da Stefania Marchetto nel 2023 e dedicato all’unica italiana vincitrice della Coppa del Mondo di Sci. In vista di quest’importante appuntamento sportivo è anche prevista la riqualificazione dello stadio del ghiaccio Agorà, che si trova in via dei Ciclamini, e la riqualificazione del Mercato Comunale e della nuova Biblioteca di Lorenteggio che sarà immersa in oltre 11mila metri quadrati di verde. Insomma la Giambellino (e la Lorenteggio) del Cerutti Gino, lo spavaldo ladro di lambrette immortalato da una celebre canzone di Giorgio Gaber, ribolle di novità e progetti di riqualificazione che vogliono regalare alla zona un’identità precisa. Quindi non resta che prendere la M4 e andare a scoprirla. 

Luisa Taliento

Libri consigliati:

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Luisa Taliento

Luisa Taliento

Primo viaggio: Milano-Istanbul, in pullman. Da allora ha sempre amato girare il mondo. Dopo la laurea in Lettere moderne, conseguita presso l’Università degli Studi di Milano, con una tesi dal titolo: “La stampa socialista negli Stati Uniti” si è diplomata…

Scopri di più