Oltre l’overtourism e l’omologazione. È possibile un turismo sostenibile e autentico?

Se il turismo ha perso il suo carattere autentico e rispettoso dei territori, la responsabilità è anche di come è raccontato. Dobbiamo ripensare la narrazione del viaggio per poter viaggiare diversamente. Se ne parla in un nuovo libro

Come possiamo raccontare davvero il viaggio, in modo che non sia solo un prodotto da consumare, ma un’esperienza capace di trasformare chi la vive? In un contesto in cui il termine storytelling è abusato e saturo, quale narrazione emerge nel racconto dell’esperienza turistica contemporanea? È da queste domande che nasce TravelTelling – Contenuti e Strategie per una Narrazione Trasformativa dell’Esperienza Turistica Contemporanea il mio ultimo libro edito da Dario Flaccovio Editore per la collana Accadde Domani – FuTurismo curata da Nicoletta Polliotto. 

Il turismo solido e liquido

Il turismo oggi sta attraversando una fase di grandi contraddizioni. Quella che una volta era un’esperienza unica, in grado di arricchire il viaggiatore in modi che andavano ben oltre la semplice visita turistica, si è trasformata in un insieme di pacchetti preconfezionati, spesso anonimi e privi di profondità. Zygmunt Bauman, con il suo concetto di modernità liquida, ci offre una chiave di lettura interessante per comprendere come sia cambiato il nostro modo di viaggiare. Il consumo turistico solido, che ha dominato il passato, era caratterizzato da esperienze durature e profonde: lunghi soggiorni in una singola destinazione, immersione culturale, e un legame stabile con i luoghi visitati. Era il turismo dei Grand Tour degli intellettuali ma anche delle vacanze pianificate nei minimi dettagli, delle case vacanza e dei viaggi ripetuti negli stessi luoghi.

Oltre il turismo da checklist

Il consumo turistico liquido, invece, riflette l’instabilità e la velocità della modernità. I viaggiatori di oggi cercano esperienze brevi, flessibili e facilmente accessibili. Non si punta più a una connessione profonda con il luogo, ma a vivere momenti effimeri, per lo più ricercando spot instagrammabili per soddisfare la voglia di gratificazione istantanea tipica dei Social Media. In quest’ottica, l’esperienza di viaggio si sostanzia in un flusso continuo di opportunità da cogliere al volo. È un turismo che incarna fluidità e immediatezza, in linea con la visione di Bauman di una modernità in cui tutto è temporaneo, mobile e in continua trasformazione. Ne deriva una narrazione per lo più omologata, alimentata da un contenutismo esasperato che si traduce in una produzione massiva di guide, articoli e contenuti che strizzano l’occhio ai motori di ricerca – “Cosa visitare a Venezia in tre giorni” oppure “Le 10 cose da vedere a Roma” – e che finiscono con il ridurre l’esperienza turistica ad una blanda checklist di attività da svolgere in una spasmodica ansia di consumo, soffocando le destinazioni più popolari nella morsa asfissiante del turismo di massa e nella piaga dell’overtourism e nell’assenza di una immersione autentica nella cultura e nel territorio. 

Cover libro TravelTelling
Cover libro TravelTelling

Influencer e turismo

A questo si aggiunge una narrazione distorta, alimentata dal traffico di esperienze #supplied e dal racconto egoriferito degli influencer, narratori di storie di privilegio e lusso escludente lontane dalle realtà locali e dai veri bisogni dei viaggiatori. Questo tipo di narrazione non solo offusca la genuinità del viaggio, ma crea una distorsione che finisce per danneggiare l’identità e la reputazione stessa delle destinazioni.

Raccontare per trasformare: il senso digitale e la rinascita del turismo autentico

Occorre un cambiamento radicale: il turismo deve tornare a essere uno strumento di trasformazione, e per farlo, bisogna ripensare radicalmente la narrazione che lo accompagna, occorre costruire ponti più solidi che connettano realtà e aspirazioni. Smartphone, social media, realtà aumentata e intelligenza artificiale plasmano le nostre aspettative, percezioni e ricordi, arricchendo l’esperienza turistica di un nuovo livello interpretativo che si aggiunge ai cinque sensi tradizionali: il senso digitale. Ogni clic, immagine condivisa o recensione pubblicata si inserisce in un racconto collettivo che plasma aspettative e memorie e agisce come un amplificatore sensoriale, arricchendo l’esperienza senza sostituire il contatto diretto con i luoghi e le culture. Se l’olfatto può evocare la fragranza unica di una lobby d’hotel e il gusto celebrare l’autenticità di un piatto locale, attraverso il senso digitale i viaggiatori non solo vivono, ma reinterpretano l’esperienza, contribuendo a un ecosistema narrativo condiviso e in continua evoluzione. È da una simile consapevolezza che è possibile tornare a raccontare storie vere, esperienze autentiche, capaci di evocare emozioni profonde e di stimolare un desiderio di scoperta. Non c’è nulla di più potente di un racconto che tocca le corde giuste, che va oltre l’immagine patinata e che riesce a coinvolgere il viaggiatore in un’esperienza che lo cambia, lo sfida e lo arricchisce. Questo è il turismo che mi piacerebbe vedere: un turismo che non si accontenta di vendere, ma che si impegna a trasformare.

Un nuovo manifesto per un turismo sostenibile e autentico

Il punto di arrivo delle riflessioni che mi hanno guidato nella scrittura di TravelTelling è il Decalogo della Narrazione Trasformativa, un manifesto programmatico per un turismo che sappia abbracciare la sostenibilità, l’etica, il rispetto per le culture locali e, soprattutto, il valore della connessione autentica e che fa leva sulla narrazione come un motore di trasformazione personale e collettiva. Ogni storia, ogni racconto, deve essere pensato per ispirare, educare e, soprattutto, per trasformare. Non si tratta di “vendere un’esperienza”, ma di rendere il viaggio un’opportunità di crescita interiore. Perché il viaggio ha il potenziale di cambiare chi lo vive, e la narrazione può essere il catalizzatore di questo cambiamento. 

Oltre il consumismo e l’omologazione nel turismo

La narrazione turistica può rivelarsi la più potente leva di marketing solo se accompagnata da una costruzione collettiva, che muova da un sistema solido di valori e che coinvolga tutti i protagonisti: dai viaggiatori ai territori, dai professionisti del settore alle comunità locali. Solo in questo modo possiamo restituire al viaggio il suo potere trasformativo, andando oltre il consumismo e l’omologazione, per abbracciare un turismo autentico, consapevole e sostenibile. In TravelTelling, vi invito a fare questo viaggio insieme. Un viaggio che non si limita a vendere destinazioni, ma che restituisce al turismo il suo vero significato: un’opportunità di trasformazione, per chi viaggia e per chi ospita.

Gerardo Grasso

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Gerardo Grasso

Gerardo Grasso

Con un'esperienza più che quindicennale nel campo del marketing turistico, Gerardo Grasso è un marketer specializzato in content marketing, influencer marketing e strategie digitali. Autore del saggio  "Influencer Marketing - Come sviluppare una strategia influencer-oriented" (EPC Editore, 2017) e di…

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