Giro d’Italia: Siena, la città che si adatta. Fin dal Medioevo

La città di Siena, le opere d’arte e la sua topografia, gli spazi interstiziali, raccontati nella rubrica di Emilia Giorgi da Alessandro Orsini, architetto e docente a Columbia University con le fotografie di Olivo Barbieri

Il mio incontro con Siena è avvenuto per caso nell’estate del 2017. Il direttore del dipartimento di architettura dell’Hillier College of Architecture at the New Jersey Institute of Technology mi chiese di assumere la posizione di direttore del Summer Study Abroad, un programma che era stato istituito a Siena anni prima del mio arrivo alla scuola. 

Olivo Barbieri, Siena, 2002, Courtesy l’autore
Olivo Barbieri, Siena, 2002, Courtesy l’autore

La Siena di Alessandro Orsini

Conoscevo la città, ma non visitavo dai tempi delle scuole medie e la prospettiva di trascorrere un mese a Siena suscitò la mia curiosità di architetto. Non riuscivo a passare molto tempo in Italia da quando mi trasferii a New York nel 2004, subito dopo la laurea a Roma, se non per visitare la famiglia per un paio di settimane ogni anno, e questa opportunità mi offriva l’occasione di vivere un tessuto sociale nuovo. Non sapevo molto della città, tranne qualche informazione sulla competizione del Palio, sull’architettura e sull’arte – Jacopo della Quercia, la scuola senese – ma non ero familiare con la sua intricata struttura urbana e sociale. Da quell’estate, abbiamo completato tre edizioni dei workshop estivi, ogni anno concentrandoci su temi e su zone diverse. Insieme ad Enrica Burroni, un’architetta locale e in collaborazione con il dipartimento di urbanistica del Comune di Siena, abbiamo esplorato diverse idee su come evolvere e abitare il territorio della città. 

La topografia di Siena e gli spazi interstiziali

Ci siamo concentrati su confini, spazi interstiziali, aree non programmate, risultato di molteplici strati di pianificazione urbana, con particolare attenzione all’idea di beni comuni e alle comunità che costituiscono Siena e il suo tessuto urbano. Abbiamo camminato molto, su e giù per la ripida morfologia topografica della città. Studiare l’area Ex Sita in Via Pescaia è stata un’occasione per osservare l’infrastruttura urbana. È infatti una zona occupata dal parcheggio comunale, strategica per la sua vicinanza al centro storico e per il collegamento con l’area della Fortezza Medicea. Lo stesso è valso lavorare sull’Ex Mercato delle Verdure in Via Toselli, importante per la sua estensione e infine l’area Ex Lavatoi Fontebranda nel centro storico, nella contrada dell’Oca, una zona particolarmente suggestiva per diverse ragioni. 
È stato proprio attraverso il mio lavoro con studenti e studentesse – frutto di lunghe conversazioni e focalizzato sul futuro di Siena – che ho capito come questa sia riuscita ad adattarsi a nuove modalità di vita fin dal Medioevo. Dopo avere assistito al mio primo Palio, e alla preparazione che ne deriva, ho capito che i senesi hanno creato un forte senso di comunità attorno alla competizione. Le contrade sono strutture sociali attive tutto l’anno che sostengono la vita di chi ne fa parte. Sebbene la contrada sia legata a un territorio specifico all’interno del tessuto urbano, l’appartenenza a una contrada trascende il territorio stesso. Queste strutture sociali sono simili ai beni comuni auto-organizzati. Esistono al di sopra delle organizzazioni politiche o governative che gestiscono la città, ma supportano in ugual modo il bene comune. Allo stesso modo dei commons, queste peculiari strutture nascono attraverso un insieme cooperativo di pratiche che aiutano a produrre la vita quotidiana. Le contrade si occupano di molti aspetti legati ai bisogni dei loro membri, come borse di studio per chi non può permettersi l’istruzione o il cibo, organizzare spazi di ritrovo e le abitazioni. 

Olivo Barbieri, Siena, 2002, Courtesy l’autore
Olivo Barbieri, Siena, 2002, Courtesy l’autore

La ricerca condotta dall’Università

All’interno di questi gruppi di persone, le relazioni sociali sono alimentate in modo che siano condivise e abbiano obiettivi comuni. Siena è un insieme di microgruppi sociali legati alle contrade che aiuta il tessuto sociale della città, prendendosi cura della terra, dell’acqua, degli spazi urbani, della rete dell’architettura e delle persone. E così la mia permanenza anno dopo anno è stata un’occasione per condividere, da parte mia le conoscenze legate alla ricerca, dall’altra gli spazi, il cibo, le tradizioni che venivano costantemente offerte a tutti noi, ospiti temporanei, ma permanenti allo stesso tempo. 

Alessandro Orsini

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Alessandro Orsini

Alessandro Orsini

Alessandro Orsini ha studiato a Roma alla Facoltà di Architettura di Roma Tre con Alessandro Anselmi e Tommaso Giuralongo e a New York presso la Graduate School of Planning and Preservation della Columbia University con Yehuda Safran. Prima di fondare…

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