Genova e l’800. Il programma di eventi che riscopre l’altro “Secolo dei genovesi”
Una mostra diffusa tra musei e palazzi della città, visite guidate al Cimitero di Staglieno, concerti, conferenze e laboratori per raccontare l’importanza di Genova come centro di produzione culturale e artistica nel XIX Secolo. Le iniziative del 2025

Nel processo di rilancio turistico che Genova sta affrontando da qualche anno a questa parte, l’amministrazione locale sembra aver intrapreso con successo una strategia che, da un lato, scommette sull’eredità lasciata in dote dal “secolo dei genovesi” – quando tra Cinque e Seicento la città, all’apice della sua potenza commerciale e finanziaria, conobbe una straordinaria fioritura artistica – dall’altro persegue una intelligente diversificazione dell’offerta culturale. Così, mentre si consolidano le iniziative di valorizzazione del sistema dei Rolli, la città si predispone a farsi scoprire da prospettive diverse e inedite. E se il 2024 è stato consacrato al Medioevo, tra convegni e presentazioni di libri, aperture straordinarie di siti storici e visite guidate, fino alla riapertura parziale del Museo di Sant’Agostino, il 2025 sarà l’anno dell’Ottocento. Un anno di eventi, spettacoli, musica, mostre che approfondiscono ciò che Genova è stata nel XIX Secolo attraverso la letteratura, l’arte, l’architettura, grazie a una programmazione che si articola in oltre 190 attività.

Genova e l’Ottocento. Verso una città moderna
Tra Ottocento e Novecento, il capoluogo ligure subisce una profonda trasformazione urbanistica, che le permette di trasformarsi in moderna città. È Carlo Barabino l’architetto fautore della prima rivoluzione: nominato architetto del Comune nel 1818, manterrà il ruolo fino alla sua scomparsa, nel ’35. Con lui ha impulso la sistemazione degli assi viari del tessuto medievale, la realizzazione di nuovi quartieri in collina oltre le mura cinquecentesche, il piano di sbancamenti che permette la crescita di una città ormai insufficiente a soddisfare le esigenze moderne. Nella seconda metà del secolo, e ancora per tutta la prima metà del Novecento, il volto dei quartieri genovesi continuerà a cambiare, a partire dalla progettazione delle vie Assarotti, Palestro e Caffaro, che collegano al centro i nuovi insediamenti residenziali borghesi sulle colline. Un obiettivo cui sono riconducibili gli ingegnosi sistemi di risalita progettati a cavallo tra i secoli: la Funicolare di Sant’Anna, inaugurata nel 1891 con partenza da piazza Portello, la funicolare Zecca-Righi (1897), l’ascensore pubblico in stile Liberty di Castelletto (1909, sempre da piazza Portello, verso il Belvedere Luigi Montaldo e la Spianata di Castelletto).
È in questo contesto che si segnala, a cavallo tra i secoli, la presenza di un architetto di fama nazionale come Gino Coppedè. E sempre alla fine dell’Ottocento si trasferisce in città anche Plinio Nomellini, pittore toscano di formazione macchiaiola, ma già orientato verso il divisionismo, “che porterà una ventata di novità nella cultura figurativa ligure e la traghetterà nella modernità del Novecento”, spiega Leo Lecci, coordinatore del programma Genova e l‘800. La cultura artistica genovese dell’Ottocento, dunque, costituisce un ambito di studio importante per comprendere le dinamiche stilistiche, tematiche e istituzionali che hanno caratterizzato l’arte italiana nel XIX secolo. “Un secondo secolo dei genovesi”, per dirla con le parole di Giacomo Montanari, coordinatore del Tavolo della cultura del Comune di Genova. E a questo capitolo significativo della storia culturale italiana sono dedicate le iniziative che prenderanno forma in città nel corso del 2025.

Genova e l’800: gli eventi culturali del 2025
Allo sviluppo del programma istituzionale hanno collaborato con il Comune diversi interlocutori: l’Università, la Soprintendenza, il Teatro Carlo Felice e il Teatro Nazionale, Palazzo Ducale, l’Arcidiocesi, l’Accademia Ligustica, il Festival della Scienza, i musei cittadini, l’Ordine degli architetti e molti altri operatori culturali e scientifici. “Possiamo contare su veri e propri capolavori custoditi nei nostri palazzi e nelle nostre chiese”, sottolinea l’assessore alla Cultura, Lorenza Rosso, “oltre a un vero e proprio museo a cielo aperto come il Cimitero Monumentale di Staglieno, al cui interno troviamo gioielli architettonici e marmorei. Con Genova e l’800 ci poniamo l’obiettivo di valorizzare ulteriormente un patrimonio immenso e abbiamo cercato di coinvolgere i giovani con un bando ad hoc per stimolarli e portare idee innovative”.
Il Cimitero Monumentale di Staglieno, le prime Olimpiadi dell’era moderna, gli Impressionisti, la grande musica, Garibaldi, Mazzini, il Risorgimento, le scoperte scientifiche, le grandi trasformazioni urbane sono quindi i temi che costituiscono l’ossatura della programmazione diffusa, battezzata dal concerto inaugurale sulle musiche di Giuseppe Verdi in programma al Teatro Carlo Felice il 14 marzo alle 20 al Teatro Carlo Felice.
Poi si proseguirà tra rappresentazioni teatrali – dal Frankenstein di Mary Shelley a Cuore di tenebra di Joseph Conrad, a Billy Budd di Herman Melville – conferenze sul tema del Risorgimento e sul suo modello di sviluppo economico (dal porto all’industria, all’imprenditoria, all’emigrazione), visite guidate con focus sul Cimitero di Staglieno. Il Museo del Risorgimento Casa di Mazzini organizzerà eventi tematici, e l’intero sistema museale e bibliotecario contribuirà con proposte dedicate ai più piccoli, alla scoperta dei luoghi e dei protagonisti del Risorgimento e dei capolavori ottocenteschi conservati nei Musei di Nervi. Parchi e giardini storici ospiteranno laboratori e attività didattiche legate agli orti botanici e alla ricerca scientifica.
A Palazzo Ducale è prevista un’esposizione su Moby Dick, mentre i Rolli Days autunnali si concentreranno su contenuti ottocenteschi.
“Ottocento Svelato”. La mostra diffusa tra musei e palazzi di Genova
Evento tra gli eventi è la mostra diffusa tra musei e palazzi della città, Ottocento Svelato. Racconti di musei e collezioni nella Genova del XIX secolo, ideata e coordinata da Leo Lecci e finanziata da Fondazione Compagnia di San Paolo. L’iniziativa permetterà di scoprire un patrimonio solitamente custodito nei depositi museali e in collezioni ottocentesche, private e pubbliche, in genere non visibili, oltre alle opere della Collezione del Principe Odone di Savoia. L’obiettivo è quello di mettere in luce il clima culturale dell’Ottocento genovese, con particolare attenzione alle dinamiche tra committenza, collezionismo e istituzioni artistiche. L’esposizione, che concluderà la rassegna inaugurando all’inizio di dicembre 2025 (e protraendosi fino alla fine di marzo 2026), coinvolgerà Palazzo Rosso, Palazzo Lomellino (con una sezione su Plinio Nomellini), l’Accademia Ligustica (che approfondirà il tema del mecenatismo), il Museo Diocesano – per riflettere sull’evoluzione dell’arte sacra nella Genova del XIX secolo, a partire dalla Madonna con Bambino di Barabino – la GAM e le Raccolte Frugone, che presentano una panoramica delle collezioni ottocentesche). Il progetto ha visto collaborare un comitato scientifico composto da esperti storici dell’arte e studiosi dell’Ottocento, i cui interventi confluiranno anche nel catalogo della mostra, con approfondimenti su aspetti poco noti dell’arte genovese ottocentesca. Collaterali alla mostra, visite guidate e conferenze, oltre a un convegno interdisciplinare, organizzato dall’Università di Genova.
Livia Montagnoli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati