Le ambizioni di Bari, una città in pubertà
Il “Giro d’Italia” di Artribune continua: questa volta la tappa è la pugliese Bari, che sta vivendo un periodo di fermento e crescita. E l’arte fa la sua parte
Bari è la mia città adottiva da oltre dieci anni. Mi ha accolta con un bagliore attrattivo che portava con sé lo spirito della Puglia, il sud, la bellezza, la vita lenta, il mare, il pensiero meridiano così come il grande fermento delle energie di ritorno, dopo le esplorazioni in giro per il mondo.
Vivendola dal mio angolo riservato con vista mare, nel quartiere Madonnella, vedo il capoluogo pugliese come un’adolescente consapevole della sua energia seduttiva e ne avverto al contempo le storture, nonché la tendenza a frequentare ‘cattive compagnie’, pronte a condurla sulla cattiva strada. È una città in rapida evoluzione, spinta dalla smania di fare tutto in nome dell’abbaglio del breve termine, della speculazione edilizia e della tendenza a copiare dai ‘grandi’. Un atteggiamento che lascia trasparire quel certo complesso di inferiorità e insicurezza, tipici della pubertà.
Bari, tra fermento e gentrificazione
Nuovi edifici, cantieri sparsi per la città, bar che pullulano, eventi culturali, b&b in ogni angolo. Esattamente come su un corpo, emergono cambiamenti radicali della città, sia dal punto di vista fisico, che immateriale, culturale. Una città in espansione, in cui le lingue di tutta Europa (se non del mondo) risuonano insieme alle voci delle signore di Bari Vecchia che preparano orecchiette per strada e benedicono matrimoni. Insomma, una Bari in fermento che, incerta, sta ancora cercando la sua posizione nel mondo.
Nel frattempo sembra essere diventata un trending topic: una cartolina per Instagram che vede uomini giocare a carte nei vicoletti della città vecchia, pescatori che sbattono il polpo a ‘N-dèrre la lanze’, la focaccia e la Peroni, le sgagliozze e le popizze fritte in piazza Mercantile.
Alcune zone sono ormai gentrificate, penso a Madonnella, ma anche alla stessa Bari Vecchia, mentre tutti scommettono su Libertà – un quartiere popolare, che accoglie progetti culturali e di rigenerazione urbana. Qui sorgerà la nuova sede del CNR all’interno dell’ex Manifattura Tabacchi, mentre le abitazioni si trasformano in residenze per turisti. Sono tanti gli interventi architettonici previsti che vedranno cambiare il suo volto per sempre. Penso al progetto del Nodo Verde, progettato dallo studio Fuksas per unire le zone Murat e Carrassi e al Bosco Verticale di Stefano Boeri, tra gli altri.
L’arte come motore di crescita
Anche l’arte fa la sua parte nel calderone del fermento barese. Tanta è l’offerta che strizza l’occhio alle masse, alternata a un’offerta culturale e artistica più ricercata: il Bari International Gender Festival, il progetto di arte contemporanea VOGA, alcune iniziative proposte dallo Spazio Murat, il progetto Bari Non Ha Il Mare lanciato da Imago Plus e infine Il mattino ha Lory in bocca, un ancora imperfetto ma potente esperimento di arte pubblica sui balconi del quartiere Madonnella.
Chissà se questa crescita ambiziosa, insieme al nocciolo duro delle radici che resistono, troveranno un equilibrio stabile che renderà la città una presenza solida, cosmopolita, fonte di benessere per tutti, dal centro alle periferie.
Io, nel frattempo, mi sento un pochino al centro del mondo. Osservo queste dinamiche e immagino una Bari proiettata al futuro. Un luogo capace di mantenere salda la sua identità di città del sud, portatrice di un pensiero meridiano legato alla sua storia, al mare, alla cura. Una città capace di puntare sull’innovazione, sull’estensione delle aree verdi, sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Bari accogliente per tutti e orgogliosa delle sue radici.
San Nicola ne sarebbe fiero.
Maria Teresa Salvati
fondatrice e direttrice di Everythingisconnected.eu
A cura di Emilia Giorgi
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